イタリア学会誌
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カラヴァッジョ作≪メドゥーサの首≫をめぐって
木村 太郎
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2006 年 56 巻 p. 120-143

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抄録

La Testa di Medusa di Michelangelo Merisi da Caravaggio (Milano 1571?-Porto Ercole, Grosseto 1610) oggi nella Galleria degli Uffizi a Firenze (fig. 1) e un esempio degli scudi da parata frequentemente eseguiti nel Cinquecento. La faccia anteriore del suo supporto ligneo e rivestita da una tela di lino su cui il pittore dipinse la testa ad olio. Nel 1597 o nei primissimi mesi del 1598 lo scudo fu commissionato dal cardinale Francesco Maria Del Monte, protettore dell'artista in questo periodo, il quale, con ogni probabilita, intese dedicarlo al granduca di Toscana Ferdinando I de' Medici che iniziava a sistemare le tre stanze nella Galleria per l'Armeria Medicea a partire dal 1588. Infatti glielo dono prima del 7 settembre 1598. Il motivo di testa di Medusa derivante dalle antiche narrazioni mitologiche come quelle di Esiodo (Teogonia, 274-284) e di Ovidio (Metamorfosi, IV, 769-803), per la capacita del suo sguardo di impietrire chi la guarda, venne scisso dalle narrazioni originali nell'antichita, ed in seguito svolgeva tradizionalmente una funzione apotropaica su diversi oggetti. Ma rispetto ad alcune opere cinquecentesche con lo stesso motive (figg. 2, 3, 4) si possono trovare nello scudo caravaggesco due particolari elementi iconografici: l'ombra della testa che ribalta illusionisticamente la reale superficie di convessita dello scudo nell'effetto di concavita, ed il sangue schizzante dal collo. A mio avviso e solo G. Berra (2004) che percependo questi due elementi prova ad interpretare complessivamente lo scudo dal punto di vista iconografico. Non l'ha considerate uno scudo su cui e dipinta una testa, ma una fusione dei due scudi di Perseo e di Minerva descritti nelle narrazioni mitologiche stesse. Questa interpretazione, tuttavia, causa due problemi: contrasta col fatto che i piu antichi documenti che ci parlano dello scudo del pittore non mostrano mai come tale opera; non e evidente la ragione del fondere i due scudi in esso. Ora in questo articolo presento una nuova lettura: nello scudo sarebbe dimostrata visivamente nel contesto del "paragone" tra pittura e scultura la superiorita della pittura sul rilievo dello stesso soggetto su scudi da parata metallici (figg. 7, 8). Da questo punto di vista si potrebbero spiegare rispettivamente l'ombra come un motive di sottolineare l'impossibilita di rappresentarla sul rilievo, ed il sangue come quello di suggerire la difficolta di esprimerlo su esso. Questo mio parere potrebbe essere sostenuto anche dal fatto che nel 1631 lo scudo era esposto assieme ad un esempio degli scudi con rilievo (fig. 8) in una delle tre stanze sopra ricordate.

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