Studi Italici
Online ISSN : 2424-1547
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Volume 12
Displaying 1-20 of 20 articles from this issue
  • Article type: Cover
    1964 Volume 12 Pages Cover1-
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Cover
    1964 Volume 12 Pages Cover2-
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Soichi Nogami
    Article type: Article
    1964 Volume 12 Pages 1-6
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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    L'A.stesso ha minima di negare l'opinione pubblico che dice Boccaccio e un letterato che ama e s'interessa di piu ad Essere umano che a Natura, ma cerca nello stesso quanti animali sono stati raccontati nel suo opera principale, Decameron. Percio l'A.esamina ogni novella di questo romanzo, uno per uno, e scopre che ci sono stati raccontati parechi animali, tra cui il cavallo e piu favorito(il cavallo e stato raccontato ben 133 volte in quest'opera). Cio dimostra un fatto che questo animale e stato il mezzo piu comune di viaggio in medioevo e quan-do l'uso di cavallo e aumentato, il mercato di cavallo e stato tenuto spesso in varie citta italiane(nel Decameron noi troviamo un episodio di Andreuccio da Perugia, che e venuto a Napoli a comperare cavalli ed e stato rubato del denaro da una donna siciliana nella novella V di II giornata)e la novella VII di II giornata e la novella II di III giornata di questo romanzo dimostrano chiaramente che c'era forte richiesta di pallafrenier come oggi meccanici di automobili sono molto ricercati. Secondo l'opinione dell'A., gli altri animali raccontati nel Decameron non hanno nessun altro valore che figurativo, come per esempio "quasi cicogna divenuto si forte batteva i denti"(novella VII di VIII gioranta)e "il frate montone diede la borsa"(novella III di IIIgiornata). Alla fine, L'A.per paragonare l'idea di Boccaccio con quella di Dante cita alcun brano di Canto VII di Paradiso di Divina Commedia che dice : "L'anima d'ogne bruto e de le piante di complession potenziata tira lo raggio e 'l moto de le luci sante ; ma vostra vita sanza mezzo spira la somma beninanza, e la innamora di se si che poi sempre la disira." e poi alcun brano di novella I di V giornata del Decameron che dice : "Certo niuna altra cosa se non che l'alte virtu dal cielo infuse nella valorosa fossono da invidiosa fortuna in piccolissima parte del suo cuore con legami fortissimi legate e racchiuse, quali tutti Amor ruppe e spezzo, si come molto piu potente di lei ; e come eccitatore degli addormentati ingegni, quelle da crudele obumbrazione offuscate con la sua forza sospinse in chiara luce, apertamente mostrando di che luogo tragga gli spiriti a lui suggetti e in quale gli conduca co'raggi suoi." e quindi conclude che in vece Dante considera l'anima d'essere umano ispirata sanza mezzo da Dio e perfettamente e immutabilmente differente dall'anima di bruto e piante che tirano soltanto il raggio della stella (angelo), Boccaccio permette la possibilita di far assimilare l'anima di bruto e piante all'anima umano con l'aiuto d'Amore.
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  • Yoshi Akiyama
    Article type: Article
    1964 Volume 12 Pages 7-14
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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    In questo saggio si tratta dell'origine del volgare nella nozione di Dante Alighieri e di alcuni filologi del '400. Secondo il "Vulgari Eloquentia" di Dante l'origine del volgare romanzo non e il latino, lingua grammaticale che e prodotto artificiale dei dotti, ma una lingua che si chiama "Ydioma tripharium di" cui il poeta non dice nulla. Nel '400 i filologi umanistici pensano che la fonte del volgare sia il latino parlato corrotto dai barbarismi.
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  • Hiromitsu Nobumori
    Article type: Article
    1964 Volume 12 Pages 15-30
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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    Nelle diverse scene del poema del Tasso dove si tratta di magia, il N.osserva che vi si riflettono la vita tormentosa del Tasso e i suoi sogni mai realizzati, corrisposti al tono poetico alternativo di fantasia e di paura. Tra molte scene di magia strettamente connesse con ciascuni episodi, sono rilevanti quelle dei Canti X, XIII, XIV, XVI e XVIII, in cui gli avvenimenti piu importanti sono basati sostanziamente sul tema di magia. Esaminando questi esempi, sopratutto le descizioni dei Canti XIII e XVIII, il N.ha spiegato l'efficacia del modo di trattarsi della magia nella "Gerusalemme liberata, " la quale risalta nel suo uso, per cui fa innamorare di due donne pagane i Tancredi e Rinaldo, ambedue gli eroi cristiani, e poi nella improvvisa trasformazione della foresta buia e misteriosa in un bosco meraviglioso nell'ambiente pastorale. Alla fine l'A.ritiene che il motivo per cui il Tasso si e interessato del tema di magia, possa cercarlo nella sua simpatia quasi esotica o la fuga ideale per la cultura e la gente dei paesi sconosciuti e pagani.
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  • Article type: Appendix
    1964 Volume 12 Pages 30-
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Isao Waki
    Article type: Article
    1964 Volume 12 Pages 31-46
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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    Nella seconda meta del secondo capitolo, -seguito dal numero precedente- l'Autore si riferisce ai primi idilli leopardiani, e comparando colle prime canzoni, caratterizza gl'idilli leopardiani come segue ; cioe, nel Leopardi, l'idea dell'idillio e assai differente dal significato che si da generalmente a questa maniera di poesia. Gl'idilli leopardiani sono niente altri che le pure poesie liriche. Percio, fra le canzoni e gl'idilli ci sono molte differenze. Per esempio, nelle canzoni, il Leopardi cerca la principale materia poetica al di fuori di se stesso, mentre quella degl'idilli e lui stesso, e in questa tendenza idillica si puo scorgere l'originalita del genio leopardiano. L'Autore dice che gl'idilli di Leopardi sono le espressioni del suo proprio "io". Allora, quale e il suo proprio io? E l' "io" sofferente in cui si lottano la ragione che afferma la nulita delle cose e il sentimento che si ribella contro la ragione. E in questo punto di vista, analizzando gl'idilli leopardiani, l'A. considera che questa lotta fra la ragione e il sentimento nell' "io" leopardiano(oppure la ribellione del sentimento contro la ragione)e la stimulazione per la forza creativa delle sue poesie, e addita che in ogni idillio leopardiano si puo scorgere questa lotta fra la ragione e il sentimento. Ma gradualmente il sentimento del Leopardi si esaurisce e inaride nella lotta contro la ragione che afferma la nullita delle cose, ed e spinto in uno stato di apatia che il Leopardi chiama((ferreo sopor))nella "Vita solitaria". In questo stato, l'A.pensa, non e piu capace di scrivere la vere poesie. In conseguenza, il Leopardi e costretto a interrompere la creazione delle poesie, e d'allora in poi, per cinque anni, si dedicava alle opere di prosa, cioe alle "Operette Morali" in cui la ragione(oppure la sua filosfia della nullita)e piu predominante. Nel terzo capitolo, l'A.si riferisce brevemente al contenuto delle "Operette", e schiarisce cosidetta filosofia leopardiana. Ma l'A.considera che e inutile cercare il valore filosofico nelle "Operette" e che si deve stimare anche le "Operette" da uno stesso punto di vista insieme coi "Canti" come espressione della voce del suo interiore sofferente. Anche nelle "Operette" si puo scorgere lo stesso fenomeno psicologico, cioe la lotta fra la ragione e il sentimento, che si vede negl'idilli, por esempio nel "Sogno", nella "Vita solitaria" o nella "Sera del di di festa". E l'A.dice che la forma del dialogo usata frequentemente nelle "Operette" mostra questa conradizione fra la ragione e il sentimento nel mondo interiore del poeta.(Questo saggio sara continuato.)
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  • Article type: Appendix
    1964 Volume 12 Pages 46-
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Henri Perruchot, Akira Megata
    Article type: Article
    1964 Volume 12 Pages 47-56
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Kiyoshi Yamaguchi
    Article type: Article
    1964 Volume 12 Pages 57-63
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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    Il Yamaguchi, Prof.della letteratura inglese all' Universita di Nagasaki, offre in questo articolo sommaria nozione del sentimento religioso del Pirandello, dando le osservazioni sopra vari tipi di personaggio, fra cui V.Moscardi in "Uno, nessuno e Centomila", 1952, T.Unzio in "canta l' Epistola", 1915, Don Angelino nel "La fede", 1923 e Don Cosmo Laurentano ne "I vecchi e i giovani", 1913. Attraverso l' esame delle opere pirandelliane, L' A.nota che vi appaiono non di rado i personaggi che hanno rinunziato alla fede religiosa e alla dottrina cristiana, mentre commentando che tali personaggi non si possono considerare l'uomo che ha perduto la pieta dei mali altrui e l' amore umano della vita. Malgrado i pieni documenti e il testamento che dimostrano il sentimento irreligioso del Pirandello, l' Autore mette in rilievo che lo scrittore di Agrigento tende, col passare del tempo, ad accostare al piu profondo amore per la gente umana, il quale spesso lega all'amore quasi panteistico delle cose di natura che si ricorda in un certo senso della pieta di San Francesco.
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  • Masataka Ide
    Article type: Article
    1964 Volume 12 Pages 64-77
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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    Le prime opere di G.Ungaretti contano circa 16 poemetti pubblicati sull'"Acerba" nei quattro mesi dal febbraio al maggio 1915, eliminando le poche opere che avrebbe scritto nei tempi antecedenti. Prendendo spunto della critica del De Robertis nell' introduzione delle "Poesie Disperse, " l'Ide tenta di meglio precisare il suo giudizio, per cui le prime tentative del poeta sono piu caratterizzate dai due elementi ; quello che resta troppo prosaico e poi quello che sente piu serio l'influsso palazzeschiano. Dopo aver fornito le ampie notizie del rapporto tra A.Palazzeschi e G.Ungaretti e dell' esperienza poetica di quello del tempo, servendosi degli studi di W.Binni, l'Autore steesso analizza minutamente le prime tre opere, "Il Paesaggio d'Alessandria d'Editto", "Cresima", "Viareggio", e conclude che l'Ungaretti ha trascorso un periodo di cosidetta apprendista, la cui caratteristica e sostanzialmente nell'uso del tono burlesco, dell'ironia intellettuale, della ripetizione della stessa parola e della retorica acrobatica che coincide col linguaggio palazzseschiano in quel tempo.
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  • Kiyoshi Ikeda
    Article type: Article
    1964 Volume 12 Pages 78-100
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Takehiko Kemmochi
    Article type: Article
    1964 Volume 12 Pages 101-110
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Soichi Nogami
    Article type: Article
    1964 Volume 12 Pages 111-114
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Keiichi Takeuchi
    Article type: Article
    1964 Volume 12 Pages 114-118
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Appendix
    1964 Volume 12 Pages 118-
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Appendix
    1964 Volume 12 Pages 119-122
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Bibliography
    1964 Volume 12 Pages i-v
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Cover
    1964 Volume 12 Pages Cover3-
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Cover
    1964 Volume 12 Pages Cover4-
    Published: January 20, 1964
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
    JOURNAL FREE ACCESS
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