Studi Italici
Online ISSN : 2424-1547
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Volume 64
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  • Article type: Cover
    2014 Volume 64 Pages Cover1-
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Cover
    2014 Volume 64 Pages Cover2-
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Appendix
    2014 Volume 64 Pages App1-
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
    JOURNAL FREE ACCESS
  • Article type: Appendix
    2014 Volume 64 Pages App2-
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • KOSUKE KUNISHI
    Article type: Article
    2014 Volume 64 Pages 1-27
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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    Quello che rende unica la figura di Benedetto Croce all'interno del panorama della filosofia europea del Novecento e it fatto che egli, oltre ad essere un grande teorico, ideatore del monumentale sistema della "filosofia dello spirito", fu anche un acuto critico letterario di considerevole produttivita. Nel 1902, con il successo dell'Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale, Croce riusci a far circolare il proprio nome nell'ambiente degli intellettuali italiani e stranieri. Inoltre, volendo rendere la sua teoria pin accessibile ai lettori comuni e dimostrarne la validita a livello pratico, dal 1903 inizio a scrivere una serie di saggi critici sulla letteratura contemporanea italiana e a pubblicarli sulla sua rivista ≪Critica≫. Scopo della rivista, in base a quanto Croce stesso aveva annunciato nell'introduzione del 1903, era "di preparare il materiale e tentare un primo schema della storia della produzione letteraria e scientifica italiana dell'ultimo mezzo secolo". Affidata la sezione "scientifica" (cioe sulla filosofia) al suo amico filosofo Giovanni Gentile, Croce intraprese la scrittura di quella serie di saggi sulla letteratura dal titolo Note sulla letteratura italiana nella seconda meta del secolo XIX. Il primo articolo della serie era quello su Carducci: Croce non poteva "non cominciare dal piu cospicuo rappresentante della moderna letteratura italiana, dal primo in ordine di valore e di tempo". Dopo aver preso in esame diversi scrittori postcarducciani quali Fogazzaro, Verga, Serao, D'Annunzio, ecc., Croce tomo a studiare nuovamente l'opera carducciana trattandone in un ampio saggio nel 1909, pubblicato poi nel 1910 sempre all'interno della stessa serie. E probabile tuttavia che non si tratti di un semplice ritorno, visto che Croce aveva iniziato questa serie "per tentare un primo schema della storia della produzione italiana" e che Carducci era collocato all'inizio di questa storia. Dopo il 1910, infatti, Croce pubblico alcuni articoli su scrittori precarducciani, tra cui Prati, Tommaseo, Guerrazzi e Aleardi. Il saggio del 1903, del recto, viene escluso dalla Letteratura della nuova Italia (1914-1915), volumi che raccolgono i saggi della suddetta serie. E possibile, allora, ipotizzare che Croce intorno al 1909 abbia percepito un forte bisogno di tornare nuovamente a Carducci. Il fatto degno di nota, da questo punto di vista, e che in seguito alla morte di Carducci, avvenuta nel 1907, Croce ricevette varie proposte di scriverne una rassegna critica. Ne accetto una con un articolo di poche pagine in cui non aggiungeva quasi niente a quanto aveva scritto nel 1903, ma ne rifiuto un'altra dicendo che "per parlare degnamente del Carducci, e dire cose nuove", avrebbe dovuto consacrarsi "per un buon mese ad uno studio rinnovato" delle opere del Poeta. Da quel giorno, fino alla stesura del nuovo saggio su Carducci, in realta, passo ben piu di un anno. In questo lasso di tempo apparvero quelle tre opere di Croce che per gli studiosi rappresentano uno dei punti di svolta della sua estetica: il saggio L'intuizione pura e it carattere lirico dell'arte, La filosofia della pratica e la terza edizione dell'Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale. In questo lavoro, si intende mostrare come il saggio su Carducci del 1909 presenti non solo modifiche contingenti rispetto a quello del 1903, ma anche (o soprattutto) il primo tentativo dell'applicazione della nuova teoria di Croce. Si puo inoltre affermare che sull'elaborazione e formazione di questa stessa teoria, la figura del Carducci poeta esercito un'influenza non trascurabile. In altre parole, Carducci fu il modello della nuova teoria. Attraverso l'esame approfondito dei saggi crociani su Carducci inseriti nella serie Note

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  • SHIZUKA NISHIKAWA
    Article type: Article
    2014 Volume 64 Pages 29-48
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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    In Italia, durante la seconda meta del Quattrocento, il collezionismo di gemme antiche era al culmine della sua prosperita. Per "gemme antiche" si intendono i cammei (incisioni in rilievo) e gli intagli (incisioni a incavo) di pietre preziose o semipreziose che venivano prodotti in eta antica. Al tempo, queste erano considerate il simbolo della nobilta e vantavano una considerazione esorbitante e non paragonabile alle opere d'arte dello stesso periodo. Fra i piu noti collezionisti del tempo, troviamo Papa Paolo II, Francesco II Gonzaga o Mattia Corvino: ogni grande signore ambiva al possesso delle gemme antiche. Una passione che potrebbe essersi generata dalla lettura della Storia Naturale di Plinio il Vecchio, che narra il mitico e fanatico collezionismo di Alessandro Magno e di altri imperatori. La raccolta di Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico (1449-1492), che fu tra i piu importanti collezionisti del suo tempo, era famosa per la ricercatezza della qualita. Tra i capolavori spiccava soprattutto un piatto fondo di epoca ellenica con cammei su entrambe le superfici: la cosiddetta Tazza Farnese a cui, per la rarita, viene conferito un valore inestimabile. Questo gioiello dell'arte greca passe in seguito alla famiglia Farnese (da cui il nome attuale), giungendo sino a not carica di un'aura pressoche mitica. Si ritiene, infatti, che sia appartenuta agli imperatori romani Augusto e Costantino II e che nel 1239 fosse stata acquistata da Federico II di Svevia. La presenza della Tazza Farnese a Samarcanda ed Herat all'inizio di XV secolo, durante l'impero Timuride, potrebbe essere suggerita dalla sua riproduzione in un disegno di Muhammad al-Khayyam. Giunse, quindi, nelle mani di Alfonso V d'Aragona e, subito prima di approdare in casa Medici, fu di proprieta di papa Paolo II. Il lato esterno della Tazza Farnese presenta una testa di Medusa, mentre la superficie interna e dedicata ad illustrare allegoricamente la fertility della dinastia Tolemaica. E inoltre noto che Lorenzo considerava le gemme antiche al pari delle opere d'arte e che ha contribuito alla rinascita della glittica antica, una tecnica per cui si incidevano temi mitologici su pietre preziose o semipreziose. Possedeva infatti numerosi cammei e intagli del periodo che imitavano altre gemme antiche in suo possesso, aumentandone cosi il prestigio. Le imitazioni delle gemme antiche offrivano inoltre grande fama agli artisti. Nelle ricerche precedenti si e osservato che Sandro Botticelli (1444/5-1510) conosceva questa corrente e che nelle sue opere e possibile trovare riferimenti alle gemme antiche dei Medici. Questo lavoro intende mostrare come la Venere raffigurata in Venere e Marte presso la National Gallery di Londra sia una citazione della figura femminile distesa nel centro, incisa sulla Tazza Farnese e considerata in genere come Iside, divinita dell'antico Egitto, osservazione che non si presenta nelle ricerche svolte fino ad oggi. Possiamo, ad esempio, notare la grande somiglianza fra la pettinatura della Venere di Botticelli e quella di Iside: il morbido ricciolo discendente e la lunga treccia occipitale rimandano direttamente al lungo ricciolo e al nastro sull'occipite della figura incisa nella Tazza. Anche la spilla sul petto e il vestito di Venere, con il bordo dorato intorno al seno, sono simili all'abito di Iside che, peraltro, mostra un nodo al centro del petto per accentuare il seno sopra la fascia. Si intende poi verificare l'interpretazione della tematica di Iside, sulla Tazza Farnese nel Quattrocento, non ancora chiarita, attraverso l'analisi del De rerum natura di Lucrezio, delle Stanze per la giostra di Poliziano e de Le metamorfosi (L'asino d'oro) di Apuleio. Si propone qui per la prima volta l'ipotesi che in quel tempo Iside fosse raffigurata come Venere, secondo quanto emerge da un piccolo numero di opere

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  • MAKI MIYASAKA
    Article type: Article
    2014 Volume 64 Pages 49-68
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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    Tra le varie opere di Goldoni, che nel corso della vita si esercito in diversi generi letterari, negli studi goldoniani dall'Ottocento al primo Novecento, poca attenzione e stata prestata ai componimenti poetici. La poesia, tuttavia, dato il numero considerevole di componimenti pubblicati, non dovrebbe essere considerata un ambito minore della produzione goldoniana: di Goldoni sono arrivate fino a not circa 200 poesie. Le ragioni per le quali i critici hanno sempre trascurato questo aspetto della produzione goldoniana originano dall'atteggiamento da lui stesso manifestato nelle Memoires (1787), nelle quali, per enfatizzare i propri meriti di riformatore del teatro, egli forniva un'immagine della propria arse che escludeva elementi che potessero apparire contraddittori o superflui. Questo "autoritratto" ha poi prevalso, influenzando a lungo la critica. Si deve anche tener conto del fatto che lo stile semplice e quasi prosaico della sua poesia, alla quale spesso mancano l'alto stile o l'ispirazione poetica, non ha attratto la critica letteraria. Lo stesso Goldoni riteneva che le proprie poesie non avessero valore estetico: quando le pubblico, raccogliendole in uno dei volumi delle opere complete pubblicate da Pasquali, nella prefazione le defini "balzellette in verso", aggiungendo di essere stato obbligato a scriverle in occasione di svariati eventi sociali. Con l'eccezione di alcune poesie giovanili, infatti, la maggior parte dei suoi componimenti poetici e dedicata ai suoi amici, collaboratori e protettori che sostenevano la sua attivita teatrale, nonche per celebrare monacazioni, nozze, e altri eventi mondani. Queste poesie si collocano per lo piu fra gli anni 1748 e 1762, durante i quali Goldoni, commediografo di suc cesso, rinsaldava i propri rapporti con i personaggi della cultura dell'epoca. Possiamo dunque ritenere che anche le poesie, insieme alle prefazioni e alle epistole, costituiscano una parte significativa del corpus letterario di questo autore, indispensabile per comprendere la sua attivita culturale nella societa veneziana del Settecento. I versi furono pubblicati per la prima volta nelle raccolte letterarie di diversi scrittori dell'epoca per vari festeggiamenti. L'usanza della compilazione delle raccolte per celebrare nascite, morti, nozze, monacazioni, lauree, e altri avvenimenti, esisteva gia nei secoli precedenti, ma secondo testimoni contemporanei, come Gozzi e Bettinelli, venne in gran voga proprio nel Settecento. Il fenomeno, comune a molti letterati dell'epoca, coinvolse anche Goldoni, il quale, benche nell' "autoritratto" offerto nelle Memoires non fornisca indizi sulla sua attivita di poeta, ricopriva un ruolo attivo in queste raccolte non solo come poeta, ma anche come compilatore. Contribuire a queste raccolte era, tuttavia, una spiacevole fatica per Goldoni, gia molto impegnato nei lavori teatrali. In una terzina per la celebrazione delle nozze di Jacopo Benzon ed Elena Memo (1750), l'autore esprime un augurio contraddittorio, raffigurando se stesso come commediografo esausto per l'insistenza dei seccatori che gli chiedevano poesie destinate alle raccolte e percio ormai non piu capace di celebrare onorevolmente le nozze delle famiglie illustrissime. Questa terzina, scritta in dialetto veneziano come un dialogo tra Goldoni e Pitteri, editore delle sue opere, che lo sollecita a scrivere una poesia per le nozze, si presenta quasi come la scena di una commedia. L'argomento e lo stile semplice e naturale del componimento potrebbero renderlo originale nel quadro solenne della raccolta per le nozze, ma anche in altri lavori, accettati dall'autore per obbedienza o dovere sociale, possiamo riconoscere la creativita umoristica delle sue commedie. In molte poesie appare l'immagine del poeta stesso. In un capitolo per la professione religiosa di

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  • YUICHIRO TSUDA
    Article type: Article
    2014 Volume 64 Pages 69-87
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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    L'accento della lingua italiana non e sempre prevedibile: sembra infatti essere determinato individualmente secondo le parole (i.e. lessicalmente), a differenza del latino classico in cui la posizione era automaticamente determinata dalla struttura sillabica. Per esempio, nel latino, la sequenza /ka. pi.to〓/ ha l'accento (melodico) sulla terzultima (o antepenultima) sillaba / ka/. Al contrario, nella stessa sequenza /ka.pi.to/ in italiano, l'accento (tonico) puo cadere su ogni sillaba, come indicato nello schema seguente (il punto, nella rappresentazione fonetica, indica il confine di sillaba): (1) capito /'ka.pi.to/ vb. capitare, presence indicativo, prima persona singolare. (2) capito /ka.'pi.to/ vb. capire, participio passato. (3) capito /ka.pi.'to/ vb. capitare, passato remoto indicativo, terza persona singolare. Tuttavia, e possibile supporre l'esistenza di qualche regola accentuale anche in italiano, perche dal punto di vista statistico la grande maggioranza del lessico italiano e rappresentata da parole piane (che hanno cioe l'accento sulla penultima sillaba). Per individuare questa regola, trattandosi di una lingua ad accento tonico, e sufficiente descriverne il ritmo (cf. Hayes 1995 Metrical Stress Theory: Principles and Case Studies). Prima di considerare l'accento e il ritmo, esaminiamo le strutture sillabiche possibili in italiano (le indicazioni nelle formule seguenti vanno cosi interpretate: V=vocale; C=consonante; R=sonante). (4) V ha VV hai VR in Vs istituire VC atto VVR (non esiste) VVs austero VVC (non esiste) CV fa CVV fai CVR per CVs pasto CVC gatto CVVR (non esiste) CVVs caustico CVVC cauzione CCV sta CCVV stai CCVR stringere CCVs scristianizzare CCVC stretto CCVVR (non esiste) CCVVs (non esiste) CCVVC (non esiste) Osservando la struttura sillabica, possiamo confermare la preferenza della lingua per le sillabe aperte, mentre quelle chiuse hanno una presenza molto piu limitata. Su questa base, assumiamo it la struttura metrica del trocheo moraico quale elemento che ci permette di spiegare da che cosa origini lo squilibrio nella distribuzione della posizione dell'accento. I parametri dettagliati del piede metrico italiano sono i seguenti. (5) Piede : trocheo moraico dalla destra regola della fine : destra extrametricalita : no piede degenerato : no Teniamo inoltre conto del raddoppiamento sintattico, che rende pesante (i.e. consistente in due morae) l'ultima sillaba di una parola, come in (6). (7) indica invece la generalizzazione del raddoppiamento sintattico. (6) Torno a casa. /'torno akkasa/ (7) (C_1)VC# + C_2V → (C_1)VC_2#C_2V Introduciamo poi questa funzione nella formazione del piede metrico introdotto in (5). Questo ci permette di applicare il sistema del piede metrico anche alle parole tronche, che sono normalmente escluse (perche rappresenterebbero un criterio di accentazione eccezionale) dal quadro degli studi sull'accento pubblicati ad oggi. (8) pero ← pe('roC) citta ←(cit)('taC) Attraverso questi fattori, riteniamo che sia possibile possibile descrivere in modo coerente i due tipi contrastanti di accento - piano e tronco - e verificare il fatto che la lunghezza minimale della parola italiana sia di due morae. (9) re ← ('reC) gru ← ('gruC)
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  • KENICHI NEJIME
    Article type: Article
    2014 Volume 64 Pages 89-96
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Bibliography
    2014 Volume 64 Pages 97-107
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Appendix
    2014 Volume 64 Pages 108-
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Appendix
    2014 Volume 64 Pages 109-113
    Published: October 18, 2014
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  • Article type: Appendix
    2014 Volume 64 Pages 114-118
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Appendix
    2014 Volume 64 Pages 119-
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Appendix
    2014 Volume 64 Pages 120-
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Appendix
    2014 Volume 64 Pages 121-
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Appendix
    2014 Volume 64 Pages 122-
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
    JOURNAL FREE ACCESS
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  • Article type: Appendix
    2014 Volume 64 Pages App3-
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Cover
    2014 Volume 64 Pages Cover3-
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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  • Article type: Cover
    2014 Volume 64 Pages Cover4-
    Published: October 18, 2014
    Released on J-STAGE: April 05, 2017
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