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クエリ検索: "カンツォーネ"
77件中 1-20の結果を表示しています
  • 望月 和夫
    イタリア学会誌
    1965年 13 巻 124-129
    発行日: 1965/01/20
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー
  • 高田 英樹
    イタリア学会誌
    1965年 13 巻 130-135
    発行日: 1965/01/20
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー
  • 岩倉 具忠
    イタリア学会誌
    1979年 27 巻 24-47
    発行日: 1979/03/03
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー
    Prima di esaminare le caratteristiche proprie della lingua e dello stile dei poeti siciliani, l'A. cerca di mettere in evidenza un aspetto rilevante, comune alla poesia lirica dell'Europa medievale, e ravvisabile in fondo anche nelle opere della Scuola poerica siciliana. Chi prenda a caso alcuni versi di un poeta medievale e cerchi di metterli a confronto con quelli di un altro notera subito che quasi tutti i poeti cantavano su temi gia frequentemente ripetuti e anche dal punto di vista linguistico seguivano una maniera molto simile. Il motivo di tale tendenza verso l'omogeneita e l'impersonalita sarebbe dovuto al fatto che poeti medievali attingevano alla stessa fonte di patrimonio poetico tradizionale e cercavano di ricalcarne fedelmente la forma e la lingua ed inoltre tendevano ad essere molto suscettibili all'influsso delle letterature straniere. Innumerevoli limiti e regole, di generazione in generazione cosi accumulatesi nella poetica del tempo, fecero si che i poeti finissero con l'elaborare una tecnica eccessivamente manieristica. Nel procedere all'analisi di opere di questo genere dobbiamo sempre stare attenti a non trascurare il minimo segno che ci consenta di identificare la loro originalita difficilmente riconoscibile, spesso celata sotto un aspetto apparentemente omogeneo. Dopo aver delineato sommariamente il contesto culturale della Magna Curia sveviana in cui si e formata la Suola, l'A. prende in esame alcune canzoni di Giacomo da Lentini e di Guido delle Colonne. Attraverso analisi linguistiche l'A. viene ad identificare una struttura piu complessa e un linguaggio piu elaborato che le canzoni di Guido ci rivelano in confronto a quelle di Giacomo, che sono invece foneticamente piu ricche e piene di immagini vive, ma ci dimostrano chiararamente una fisionomia piu arcaica. L'A. vede uno svilippo storico linguistico avvenuto tra questi due poeti insigni della Scuola. Come indice di questo sviluppo l'A. osserva tra gli altri elementi la distribuzione delle parti del discorso e l'uso della perifrasi. In genere si puo netare facilmente che opere piuttosto arcaiche dimostrano una predominanza verbale e una poverta sostantivale. Ma in un'epoca piu tarda invece tale tendenza cede sempre di piu a quella della predominanza sostantivale ed aggettivale e l'uso piu frequente della perifrasi viene accertato nelle opere piu tarde che hanno un tono piu elevato e un contenuto metafisico. In base a questo criterio l'A. tenta di riesaminare le canzoni sopraccennate. Mentre nelle canzoni di Giacomo si possono trovare molti esempi dell'uso verbale e soprattutto l'uso delle similitudini che richiedono una cosruzione verbale, respinto quasi totalmente dai poeti del Dolce Stilnovo, quelle di Guido ricorrono invece volentieri all'uso dei sostantivi e degli aggettivi e non ripudiano anche l'uso della perifrasi. L'A. conclude affermando che si dovrebbe supporre una seconda generazione della Scuola poetica siciliana a cui Guido delle Colonne dovrebbe appartenere e vede una fase di evoluzione linguistica e stilistica tra le due generazioni. Contemporaneamente l'A. cerca di sottoporre ad un esame critico il guidizio di Dante sui due poeti siciliani proposto nella sua De Vulgari Eloquentia. L'A. non e affatto restio ad affermare che la particolare predilezione di Dante per le canzoni di Guido sarebbe dovuta alla sua intenzione di guistificare la sua attivita poetica giovanile, come osserva acutamente Mario Marti, ma vede nello stesso tempo nel giudizio dantesco anche una verita storica obbiettivamente accertata.
  • 関 計夫, 関 雅子
    教育・社会心理学研究
    1967年 6 巻 2 号 103-110
    発行日: 1967/03/31
    公開日: 2010/03/15
    ジャーナル フリー
  • 和田 紳一
    音楽教育実践ジャーナル
    2004年 2 巻 1 号 68-71
    発行日: 2004年
    公開日: 2018/04/11
    ジャーナル フリー
  • 八百板 隆俊
    成形加工
    2007年 19 巻 6 号 364-366
    発行日: 2007/06/20
    公開日: 2021/02/25
    ジャーナル フリー
  • ロンカーリア アウレリオ, 岩倉 具忠
    イタリア学会誌
    1985年 34 巻 1-26
    発行日: 1985/03/30
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー
  • 秋山 余思
    イタリア学会誌
    1958年 7 巻 51-61
    発行日: 1958/12/30
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー
  • ─『饗宴』のモデルをめぐって─
    星野 倫
    イタリア学会誌
    2019年 69 巻 49-72
    発行日: 2019年
    公開日: 2021/01/23
    ジャーナル フリー

    Benché la pubblicazione dei saggi di Bruno Nardi Dal «Convivio» alla «Commedia» abbia a lungo relegato il Convivio al ruolo di opera minore e intermedia utile all’interpretazione del Poema, oggi gli studiosi tornano a guardare quest’opera con rinnovata attenzione e ad interrogarsi sul progetto che l’ha portata alla luce. In questa direzione si muove anche la presente indagine, volta ad individuare fonti e modelli dell’opera, da Brunetto Latini a Cicerone.

    Dante, nel noto capitolo (Conv. II, xii) in cui espone la propria formazione culturale fiorentina dopo la morte di Beatrice, indica due testi: il De consolatione Philosophiae di Boezio e il De amicitia di Cicerone: mentre sul primo, racconto autobiografico in forma di prosimetro, non vi sono dubbi, risulta più difficile inquadrare il peso del dialogo ciceroniano nell’elaborazione del Convivio. Per quest’opera, infatti, è stato piuttosto indicato come modello il Tresor di ser Brunetto, che di Cicerone fu volgarizzatore e commentatore a Firenze.

    Brunetto, nella Commedia, affida a Dante il proprio lavoro con le parole «Sieti raccomandato il mio Tesoro» (Inf. XV, 119): segno dell’esplicito riconoscimento dell’opera enciclopedica del maestro come uno dei testi di riferimento da parte dell’allievo. Per quanto siano almeno sette i casi in cui il Convivio mostra riferimenti alla Rettorica, traduzione parziale del De inventione ciceroniano con ampio commento, e ben venticinque al Tresor, ciò non consente di definire il Tresor quale modello del Convivio. La leggerezza e la gioia che traspaiono dalla narrazione del Tresor (l’autore paragona le virtù cardinali con gioielli in Tres. II, i, 3), non si riflettono nella gravità e scientificità ricercata dal testo di Dante, e la lingua del Tresor, il francese, è lontana da quella dell’allievo.

    Simone Marchesi (2001) ha individuato nel primo trattato del Convivio (Conv. I, xii, 10) la citazione di un passo del Tresor (Tres. II, xci, 2, che è in realtà una libera traduzione del ciceroniano De Officiis II, xi, 40) senza evidenziarne l’eco brunettiano, citato tuttavia esplicitamente dal poeta nel quarto trattato. La ricezione dantesca di Cicerone appare aver acquisito progressivamente peso anche nel processo di composizione del Convivio, il che induce a considerare l’opportunità di indagare l’opera ciceroniana come fonte e modello dell’opera.

    Nel Convivio Cicerone è esplicitamente citato ventuno volte. Dante dichiara di aver letto a Firenze il De amicitia, citandolo nel primo trattato quasi letteralmente; il De senectute, che affiancava il De amicitia nella didattica medievale, è citato una volta nel secondo trattato e sette nel quarto; del De Officiis invece, come già osservato, non si rilevano tracce nei primi tre trattati, ma nel quarto ne compaiono sette citazioni.

    Il testo che si intende sottoporre all’attenzione qui è il De finibus bonorum et malorum, opera citata da Dante prima di tutti gli altri testi ciceroniani. Al De finibus, opera filosofica corposa e distante da opuscoli didattici quali il De amicitia o il De senectute, il poeta si ispira in Conv. I, xi, 14, allo scopo di giustificare la scelta linguistica del volgare, richiamandosi al passo ciceroniano (Fin. I, [ii], 4) che difende la legittimità dell’uso del latino per la disquisizione filosofica. Esaminando la diffusione dei manoscritti ciceroniani nell’Italia medievale, L. D. Reynolds (1992) ha messo in luce come il De finibus fosse giunto a Padova a fine Duecento e da lì avesse preso a circolare nel Nord della penisola. L’esiliato Alighieri viene in contatto con quest’opera, ne legge l’inizio del primo volume e lo cita nel primo trattato del Convivio, illustrando estesamente (dal cap. v al xiii) la scelta del volgare per il commento delle sue canzoni filosofiche. Potrebbe dunque essere proprio il

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  • 壁谷 尚樹
    日本水産学会誌
    2023年 89 巻 1 号 80
    発行日: 2023/01/15
    公開日: 2023/02/07
    ジャーナル フリー
  • 日本良導絡自律神経学会雑誌
    1992年 37 巻 3 号 84-90
    発行日: 1992/03/15
    公開日: 2011/10/18
    ジャーナル フリー
  • 小林 亜星
    電気学会誌
    1995年 115 巻 9 号 547
    発行日: 1995/08/20
    公開日: 2008/04/17
    ジャーナル フリー
  • 秋山 余思
    イタリア学会誌
    1965年 13 巻 80-85
    発行日: 1965/01/20
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー
    L'autore intende ricercare i vocaboli particolari usati in rima nella "Divina Commedia". Alla fine della terzina si trovano ogni tanto le parole che non sono usate oppure usate molto raramente fuori rima. In questo saggio sono raccolte diverse forme delle desinenze verbali e si spiega quali siano le loro origini dialettali e in quale scrittore se ne trovano gli esempi. E anche si puntualizzano le forme che si possono ritenere creazione di Dante stesso per fare rima.
  • 鈴木 信吾
    イタリア学会誌
    1999年 49 巻 335-336
    発行日: 1999/10/20
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー
  • 尾形 希和子
    イタリア学会誌
    1999年 49 巻 336-337
    発行日: 1999/10/20
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー
  • 岡本 源太
    美学
    2010年 61 巻 2 号 13-24
    発行日: 2010/12/31
    公開日: 2017/05/22
    ジャーナル フリー
    Dans le De gli eroici furori (1585), Giordano Bruno (1548-1600) interprete la fable d'Acteon, mythe grec d'un chasseur metamorphose en cerf par Artemis (Diane) au bain et dechiquete par sa propre meute, comme destin de ceux qui cherchent a voir la verite divine. Pour cerner l'enjeu de cette interpretation, qui constitue certainement l'un des points forts du De gli eroici furori, le mieux est d'examiner comment Bruno fait face au petrarquisme a travers la variation de la figure d'Acteon. Car, a la Renaissance, la figure d'Acteon se diffusait comme allegorie de la melancolie amoureuse petrarquiste. Mon hypothese est que l'interpretation brunienne de la fable d'Acteon met en cause la conception petrarquiste de l'art comme activite melancolique. Selon Bruno, l'art n'est pas l'activite melancolique qui tente de perpetuer l'aimee, mais le processus des <<vicissitudes>> comme la metamorphose d'Acteon le suggere.
  • 井本 孝
    繊維製品消費科学
    2001年 42 巻 10 号 622-623
    発行日: 2001/10/25
    公開日: 2010/09/30
    ジャーナル フリー
  • 柴田 由己
    人間・環境学会誌
    2010年 13 巻 2 号 44-
    発行日: 2010/11/30
    公開日: 2019/03/19
    ジャーナル オープンアクセス
  • 頃安 利秀
    学校音楽教育研究
    2007年 11 巻 52-53
    発行日: 2007/03/30
    公開日: 2017/04/24
    ジャーナル フリー
  • 土居 満寿美
    イタリア学会誌
    1989年 39 巻 197-219
    発行日: 1989/10/20
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー

    Il presente articolo tratta del mondo poeico del Pertarca, paragonando le due opere in volgare, cioe il <<Canzonien>>ei<<Trionfi>>. Il<<Canzoniere>>e una raccolta di 366 rime il cui titolo originale e "Rerunm vulgarium fragmenta". Questa raccolta e considerata una congerie di rime senza economia di disposizione, poiche le opere non sono raccolte secondo criteri ne di forma ne di soggetto. Varie rime di argomenti diversi si trovano mescolate nell' opera. II Petraca ha chiarito la bipartizione del<<Canzoniere>>con alcune pagine bianche tra la prima e la seconda parte, e con lettere grandi frigiate che aprono ciascuna parte ; ma il significato di questa divisione e cosi nascosto ai lettori che gli editori dopo il Bembo l'hanno erroneamente interpretata, intitolando ciascuna parte "In vita di Madonna Laura" e "In morte di Madonna Laura". La bipartizione, invece, non dipende cosi esclusivamente dal fatto se sia viva o morta quella donna. Il <<Canzoniere>>contiene rime di argomenti diversi che trattano dei problemi di amore, della virtu della donna, della fugacita del tempo, della labilita della vita, dell'ambizione di fama, e delle preghiere per il Crocifisso e la Vergine. Come ha detto Martinelli, questi argomenti si dividono in due categorie, cioe l'itinerario terreno e quello celeste. Leggendo queste rime si comprende che nella prima parte prevalgono problemi mondani, mentre nella seconda vengono affrontati i problemi della via per la redenzione. I<<Trionfi>>costituiscono poesia grande, quasi-epica. La sua forma esteriore e interamente diversa da quella del<<Canzoniere>>, ma le due opere condividono la stessa base materiale e strutturale. I soggetti dei <<Trionfi>>sono presentati dai titoli di chiascun Trionfo, cioe d'Amore, della Pudicizia, della Morte, della Fama, del Tempo, e dell' Eternita ; i quali tutti appaiono nel<<Canzoniere>>anche se non raggruppati. E stato osservato da tempo che i<<Trionfi>>si dividono in due parti, non a seguito di una indicazione da parte dell'Autore, ma a seconda dei soggetti e degli atteggiamenti narrativi. Nei primi due Trionfi si tratta del problema-dittico tra Amore e la virtu, descritto nell'ambiente geografico concreto. Gli ultimi quattro Trionfi trattano del problema di come superare la fugacita del tempo e raggiungere l'eternita di Dio(cioe la redenzione); essi sono narrati nell'ambito della psicologia del paesaggio. Si puo dire che il<<Canzoniere>>ei<<Trionfi>>sono scritti su base comune e anche le loro bipartizioni strutturali sono organizzate a seconda delle categorie di soggetti. La differenza sta soltanto nel fatto che il <<Canzoniere>>e un accumulo di opere frammetarie nei confronti dei <<Trionfi>>, i quali invece costituiscono un' opera unitaria. Ma questa osservazione non vale quando leggiamo attentamente le due opere. L'epica classica richiama certe norme tradizionali : 1)la precisazione della materia, 2)l'invocazione, 3)in medias res. Eppure, mentre il sonetto d'apertura del <<Canzoniere>>contiene i punti 1) e 2), la prima parte dei <<Trionfi>>non ne contiene alcuno. Pare che questo stia a significare che il <<Canzoniere>>, piuttosto che i <<Trionfi>>, prenda a norma 1'epica classica unitaria. I <<Trionfi>>dunque mancano di unita e coerenza nello svolgimento della trama. Nessuno dei sei soggetti non segue quello precedente in modo unitario, perche, come ha rilevato Calcaterra, i Trionfi d'Amore, della Mortle, e del Tempo si riferiscono ai tutti i mortali, mentre gli altri Trionfi(della Pudicizia, della Fama, dell'Etenita)esistono solo per i popoli eletti : anzi, come abbiamo veduto prima,

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