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クエリ検索: "サートゥルヌス"
6件中 1-6の結果を表示しています
  • 大芝 芳弘
    西洋古典学研究
    1984年 32 巻 79-90
    発行日: 1984/03/29
    公開日: 2017/05/23
    ジャーナル フリー
    It is the purpose of this paper to explore the symbolic meaning of the golden bough and the golden age of Augustus, both of which appear in Aeneid 6, with regard to the theme of labor of Aeneas, and to consider the relation between them and some aspects of the significance of the καταβασι&b.sigmav;. The gold of the golden bough seems to be a symbol of divine life. But just as the luxuriant growth of the forests, itself a manifestation of nature's vitality, covers the bough in the dark shadows(136, 138-9)which bear resemblance to the darkness of the underworld, so the bough casts a shadow on the life-giving earth(195-6). Life is always attended by the shadow of death. Therefore the mistletoe-simile (205-7) makes it certain that the idea in primitive belief is transferred to the bough that life and death are both aspects of a single reality and the mistletoe is a symbol of such a union. But because the gold is associated with divinity, the golden bough may be said to be an eternal embodiment of that reality. Hence the bough belongs to both heaven (Iuppiter) and hell (Iuno Inferna) and achieves agreement between them, which enables Aeneas to undergo an experience of death and rebirth. And it also indicates Aeneas' pietas which brings about a harmony of man with the gods. Moreover, it is described as though it has its own strength (virtus) to conquer the powers of death and war (represented by ferruwi) which do not meet fate's wishes (147-8). Thus the golden bough symbolizes Aeneas' own character and shows that because of his being a divine man ofpietas and virtus he can overcome the labor of death and be restored to new life as a Roman hero. The golden age of Augustus is compared with that of Saturn(792-4). But the Saturnian age of peace could not withstand the invasion of the warlike iron age of Iuppiter(8.314ff). And it is implied in the expression 'aurea condet/saecula…… rursus…/…quondam…' that Augustus will replace Saturn as a representative of Iuppiter and that the new golden age will surpass the old. For Augustus will have the strength to vanquishfuror impius typical of Iuno as an opponent to the fate of Iuppiter, because the word 'asper' in 'aspera saecula' (1.291) suggests Iuno's influence. The expansion of imperium (6.794-805) will also depend on this strength (virtus), which is here exemplified by Hercules who suffered many labores because of 'fatis Iunonis iniquae' (8.292)but conquered her furor embodied in the hellish monsters such as Cacus. Similarly, Aeneas in the second half of the poem is involved in the war caused by Iuno, but he not only exerts his virtns but also keeps a pious attitude towards her and at last prevails to make her reconciled with Iuppiter. Therefore the golden age of Augustus together with the imperium can be said to be a peaceful order having fighting force, or rather a harmonious union of peace and war, which reflects a concord between Iuppiter and Iuno, achieved through labores of the divine man of pietas and virtus. Now it is clear that both the golden bough and the Augustan golden age stand for a harmonious union of opposites, the former of life and death, the latter of peace and war, and both of Iuppiter and Iuno. And it is also indicated in both that the labor is not a mere suffering but an indispensable exertion by which a divine man of pietas and virtus can attain 'rebirth' of new life or of a stable order of peace. Thus the labor of the κταβασι&b.sigmav;, at the center of the poem, making a pivotal point of this theme, relates beforehand the labores of the succeeding story and those for the historical ideal in terms of life and death.
  • 日向 太郎
    西洋古典学研究
    2001年 49 巻 133-136
    発行日: 2001/03/05
    公開日: 2017/05/23
    ジャーナル フリー
  • 岩崎 務
    西洋古典学研究
    1992年 40 巻 113-116
    発行日: 1992/03/26
    公開日: 2017/05/23
    ジャーナル フリー
  • 藤沢 桜子
    イタリア学会誌
    2013年 63 巻 125-150
    発行日: 2013/10/18
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー

    La Missione Iwakura fu organizzata dal governo giapponese nei primi anni dell'epoca Meiji con lo scopo iniziale di modificare i "trattati ineguali" stipulati con le potenze occidentali alla fine dell'epoca Tokugawa (Edo) e raccogliere informazioni sulla societa occidentale. Essa, affidata alla guida dell'ambasciatore plenipotenziario Iwakura Tomomi da cui prese il nome, si avvio, nel dicembre 1871, alla volta degli Stati Uniti, e dell'Europa (tra cui Inghilterra, Francia, Germania e Italia) per concludersi nel settembre 1873, dopo aver visitato dodici paesi. La relazione dell'ambasceria Tokumei zenken taishi, Beio kairan jikki (Relazione veritiera della visita negli Stati Uniti ed in Europa dell'Ambasciatore plenipotenziario giapponese) fu pubblicata nel 1878, suddivisa in 100 libri e corredata da piu di 300 calcografie. Il redattore fu Kume Kunitake, futuro storico giapponese, attendente dell'ambasciatore durante la missione, che si occupo delle correzioni delle bozze fino alla pubblicazione della versione definitiva. La missione visito l'Italia (principalmente Firenze, Roma, Napoli e Venezia), come decimo paese - tra l'8 maggio e il 3 giugno 1873 - dandone conto nei libri 73-78 della relazione. I delegati arrivarono a Roma l'11 maggio e partirono per Napoli il 19 dello stesso mese per poi tornare nella capitale i1 23, e ripartendo per Venezia il 26. A Roma la missione ebbe un incontro ufficiale con Re Vittorio Emanuele II e visito localita rinomate come la Basilica di San Pietro, i Musei Vaticani e i monumenti dell'antica Roma. A Napoli visito gli scavi di Pompei ed Ercolano e i reperti conservati nel futuro Museo Archeologico Nazionale. Il presente articolo esaminera i libri 75-76, "Roma (parte prima)" e "Roma (parte seconda)", che riferiscono del primo soggiorno nella capitale sotto i seguenti aspetti: 1) Roma antica nelle calcografie della relazione e nell'itinerario della missione; 2) Struttura dei libri nell'edizione completa e trasformazione del manoscritto da parte del redattore fino alla stesura definitiva; 3) Personaggi, monumenti e reperti romani descritti nei libri. 1) Tra le 32 calcografie relative alla visita in Italia, quelle relative all'antica Roma sono 13, circa il 40% del totale: nel libro 73° ("Rassegna generale sull' Italia") 1 su 2, nel 75°5 su 6, nel 76°3 su 4, nel 77° ("Napoli") 4 su 6. La rilevanza assegnata all'antica Roma sembra essere confermata dal fatto che alla visita dei monumenti vennero dedicati 4 giorni su 7 di attivita, piu un altro giorno per la visione dei reperti scultorei romani dei Musei Vaticani. 2) Come Kume accenna nell'introduzione, la relazione si sviluppa in due modalita: in forma di relazione diaristica o in forma di saggio del redattore. E da notare come tra i 100 libri il 75° sia l'unico ad iniziare con un saggio, il cui tema e l'antica Roma. Il fatto che il 76° finisca con un altro saggio sul medesimo tema sottolinea come i due libri fossero considerati un unicum focalizzato su Roma antica. Tali soggetti fecero parte del manoscritto fin dalla prima stesura, altri come sericoltura o cristianita vennero invece aggiunti successivamente. 3) I personaggi romani menzionati o descritti nei libri 75-76 sono tutti, (tranne S. Pietro descritto in relazione alla religione cristiana) politicamente prominenti nella storia romana (Romolo, Cesare, Augusto, Agrippa, Nerone, Adriano, Marco Aurelio ecc.). I monumenti romani (Castel Sant'Angelo, il Pantheon, il Foro romano, il Colosseo ecc.) sono sempre inquadrati storicamente. Generalmente la relazione cita poche opere d'arte per nome o in dettaglio - e i libri 75-76 non fanno eccezione. Nonostante la descrizione non permetta di identificare con certezza capolavori classici dei musei Vaticani come l'Apollo Belvedere o il Laocoonte,

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  • 田中 岩男
    モルフォロギア: ゲーテと自然科学
    2002年 2002 巻 24 号 68-92
    発行日: 2002/10/30
    公開日: 2010/02/26
    ジャーナル フリー
  • 日向 太郎
    イタリア学会誌
    2000年 50 巻 90-115
    発行日: 2000/10/20
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー

    Nell'Elegia di madonna Fiammetta di G. Boccaccio, La protagonista accusa quasi incessantemente la dea Fortuna di inimicizia, volubilita, cecita e sordita. Certamente il riferimento alla dea, un topos che risale alla letteratura antica, si trova anche nelle opere precedenti la Fiammetta, opere sia boccaccesche che di altri autori, ma l'accumulazione del riferimento non ci consente di affermare-senza considerare le caratteristiche della narrativa presente (nel senso che la protagonista coincide con l'io narrante)- che la Fortuna nella Fiammetta non si differenzia da quella del Filostrato o del Teseida. Scopo di questo studio e la caratterizzazione dell'uso del suddetto topos nella Fiammetta confrontandone le caratteristiche con quelle presenti in altra opere boccaccesche e in quelle di Apuleio, di Boezio, di Arrigo da Settimello ecc., in cui la dea svolge una funzione temaitca ugualmente importante. Gli studi generali del Doren e del Patch sulla Fortuna, benche fondamentali e validi ancor oggi, non sembrano sufficienti a chiarire il carattere ambiguo della dea, che deriva tale amtiguita specificamente dal punto di vista degli uomini. Alla vittima che ne ignora la natura la dea apare cieca (tipo A); non appare tale invece a chi la conosce e la supera (tipo B). Nella Metamorfosi di Apuleio, il protagonista racconta il proprio passato, come la Fiammmetta boccaccesca : egli - racconta - trasformato in asino, diviene vittima della Fortuna ; ma, essendo riuscito a riprendere la propria forma umana, dopo aver imparato la legge e la morale, Lucio si rescatta dal suo precedente status di vittima (tipo A) e mostra di esser giunto alla conoscenza della natura della dea ed al suo superamento (tipo B). Nell'opera d Apuleio, dunque, c'e una sorta di evoluzione nel protagonista dal tipo A al B. I due punti di vista A e B coesistono anche nella narrazione qui oggetto di discussione, ma in maniera diversa. Infatti, nel primo capitolo, la protagonista trascura il significato del sogno premonitore : l'esistenza stessa della maliziosa dea le resta ignota fino al fallito ritorno promesso dall'amante Panfilo. In questa fase, Fiammetta comincia ad accorgersi di essere vittima della dea. L'invettiva lanciata contro la Fortuna (V [25]), a seguito della notizia del matrimonio di Panfilo, mostra infatti che l'atteggiamento della protagonista e assimilabile al tipo A. Ella, infatti, pur accusandola di intervenire nel campo dell'amore, nutre pero la speranza che la dea possa diventarle tanto benevola da renderle l'amato. Diverso e, invece, l'atteggiamento della nutrice, che sembra corrispondere al tipo B, persuadendola a dimenticare Panfilo e a non cercare la morte. A questo scopo la nutrice richiama l'sttenzione di Fiammetta sul fatto di non essere l'unica vittima della dea, essendo quest'ultima instabile per sua propria natura. Ciononostante, Fiammetta continua a sperare che la Fortuna le conceda di rivedere l'amato e viene cosi ingannata dalla falsa notizia del suo ritorno nel settimo capitolo. Nel capitolo seguente, pero, al fine di convincersi di non essere l'unica a soffrire quale vittima della dea, confronta la sua situazione presente con quella di alcuni personaggi, sfortunati del mondo mitico e storico. Pur dando l'impressione di sedguire i consigli della nutrice, in realta non riesce ad andare oltre la visione vittimistica nei confronti della dea, dal momento che ribadisce diessere comunque fra tutti la piu sfortunata. Tornando al protagonista dell'opera di Apuleio, e possibile osservare che mentre Lucio riesce a liberarsi dal maleficio della dea e a riprendere la propria forma umana, Fiammetta, invece, continua a rimanerne vittima ; ma, come il primo, anch'essa, attraverso la sofferenza che la dea le procura, faesperienza di cose nuove : la protagonista e l'amante si scambiano cenni e

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