Abstract
Jacques Callot (1592-1635) trascorse il periodo piu importante della sua carriera artistica a Firenze, dove fioriva una cultura strettamente legata ai vari spettacoli che venivano dati all'epoca del granduca Cosimo II de' Medici.Nella capitale della Toscana il giovane artista lorenese, dopo aver appreso la tecnica dell'acquaforte e della prospettiva seguendo gli insegnamenti dell'architetto e scenografo Giulio Parigi, si pose al servizio del granduca in qualita di incisore ed esegui numerose opere nelle quali erano rappresentate le feste e gli spettacoli che venivano dati a corte.In questo saggio si desidera esaminare le relazioni esistenti fra il teatro fiorentino e l'arte di Callot sotto tre diversi aspetti: il primo riguarda l'aspetto socio-culturale del periodo che lui trascorse a Firenze immerso nell'ambiente teatrale di Giulio Parigi e della corte medicea; il secondo e relativo allo sviluppo stilistico delle immagini del teatro realizzate dal giovane incisore e le loro peculiarita ed infine il terzo concerne le novita metodologiche e retoriche che egli introdusse nella descrizione della realta del teatro.Lo scopo di queste analisi e di dimostrare che il teatro che appare nelle incisioni di Callot non e puramente realistico ne fantastico, ma e un'immagine verosimile ed ideale. I vari trucchi prospettici, i gruppi di figure minuscole rappresentanti persone apparentemente prive di rapporto con lo spettacolo e l'ambientazione teatrale molto complicata ed ambigua, ovvero tutti i motivi giudicati insoliti delle opere di Callot, in realta sono i mezzi che egli usa per ricreare uno spazio teatrale verosimile e per dare la sensazione a chi guarda l'incisione di entrare nella scena rappresentata.