Studi Italici
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TENSHIN OKAKURA E L'ITALIA : GLI IDEALI DELL'ORIENTE E LA MOSTRA DELL'ARTE GIAPPONESE A ROMA DEL 1930
MOTOAKI ISHII
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2013 Volume 63 Pages 105-123

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Abstract

The Ideals of the East edito a Londra nel 1903 compone il nucleo delle opere di Tenshin Okakura, insieme agli altri tre libri scritti sempre in inglese: The Awakening of the East (1902), The Awakening of Japan (1904), e The Book of Tea (1906). Queste opere diffusero la conoscenza del Giappone all'estero. The Ideals of the East, dopo la traduzione in francese (1917), tedesco (1922) e svedese (1925), fu tradotto da Anna Odierno anche in italiano e fu edito da Laterza nel 1927, probabilmente sulla base dell'edizione francese, e man mano acquisto rilievo. Nel frattempo fu pubblicato Ars Nipponica, a cura dell'ambasciatore del Regno d'Italia in Giappone, Pompeo Aloisi, con saggi di pittori e critici d'arte giapponesi, edito dalla casa editrice Seibido a Tokyo nel 1929, in preparazione alla mostra d'arte giapponese che verra aperta l'anno successivo a Roma. Tale mostra venne organizzata dal barone Kishichiro Okura in risposta alla mostra d'arte italiana contemporanea tenutasi nel 1928 e progettata da Ettore Viola, il quale gia conosceva Okura. Percio quest'ultimo, in cambio, voile portare le opere degli artisti giapponesi contemporanei in Italia. Aloisi scrisse un'introduzione all'arte giapponese molto dettagliata in Ars Nipponica, oltre alla premessa che precedeva gli articoli dei critici e pittori. Mentre nella bibliografia Aloisi cita The Ideals of the East nell'edizione inglese del 1921, un articolo di quotidiano ignoto conservato nell'Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri a Tokyo, accenna, parlando della mostra a Roma e dell'opera di Aloisi, a "Gli Ideali dell'Oriente di Kakuzo Okakura tradotto anche in italiano e pubblicato dal Laterza". Diverse osservazioni fanno pensare al fatto che probabilmente Aloisi deve aver letto l'edizione italiana de Gli Ideali dell'Oriente del 1927 anziche l'edizione inglese che cita: prima di tutto, la divisione dei periodi storici in Giappone nell'introduzione di Aloisi e analoga a quella de Gli Ideali dell'Oriente; inoltre alcune espressioni usate da Aloisi sarebbero derivate dalla traduzione di Anna Odierno. Riguardo all'arte del periodo Heian, ad esempio, Aloisi scrive "arte forte e vitale", probabilmente sulla base delle parole della Odierno: "l'arte di Heian e cosi un sinonimo per l'opera, che e forte e vitale perche e concreta. O ancora; sul periodo Kamakura, "dal pieno sviluppo delle nozioni del diritto feudale e di individualismo" (Aloisi) da "dallo sviluppo in piena forma dei diritti feudali e della coscienza individuale" (Odierno). Da cio si potrebbe quindi dedurre che Aloisi abbia usato come fonte d'informazione l'edizione italiana de Gli Ideali dell'Oriente, anche perche un politico come Aloisi, pur amando la cultura del paese in cui viveva, e pur avendo svolto il suo compito durante il periodo del Patto Tripartito, doveva avere sicuramente qualche testo su cui basarsi per scrivere un'introduzione all'arte nipponica come la sua. Il primo merito dell'opera di Okakura consiste nell'affermazione dell'inserimento della cultura giapponese nel contesto asiatico, includendo le culture dell'India e della Cina. Tale idea viene espressa efficacemente nella prima frase de Gli Ideali dell'Oriente: "l'Asia e uno". Il "Panasiatismo" di Okakura, tuttavia, non era un nazionalismo esclusivo ma "un nazionalismo introspettivo che voleva cercare nella tradizione propria la tradizione di una societa civile con l'individualismo e finiva per trovarla negli scambi culturali sul livello tutt'asiatico". Quest'idea cosmopolita di Okakura, tuttavia, non vide il parallelo nell'opera di Aloisi, nonostante il secondo raccogliesse informazioni dal primo. Per esempio, Aloisi modifica le

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