Studi Italici
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LE FASI EVOLUTIVE DELL’ULTIMO ROMANZO PIRANDELLIANO UNO, NESSUNO E CENTOMILA E UN’IPOTESI SUI DUE PERSONAGGI FEMMINILI MICHELINA E ANNA ROSA.
YASUHIRO SAITO
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2017 Volume 67 Pages 73-100

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Il romanzo Uno, nessuno e centomila era stato concepito fin dagli anni intorno al 1910 e Pirandello ne aveva più volte annunciato, nelle sue interviste, l’imminente pubblicazione. Egli non era tuttavia riuscito a mantenere quella promessa per quasi quindici anni, quando finalmente il romanzo uscì a puntate sulla Fiera Letteraria nel periodo che va dal dicembre 1925 al giugno dell’anno successivo, proprio nel momento in cui l’Autore aveva già intrapreso l’attività teatrale nel ruolo di capocomico del Teatro d’Arte di Roma ed era estremamente affaticato tanto fisicamente che psicologicamente.

Dal momento che nel romanzo è possibile rintracciare tratti che lo accomunano alle precedenti novelle pirandelliane, gli studiosi sono stati indotti a ritenerlo, in un primo momento, un romanzo foggiato e infarcito di “plagi di sé stesso” compiuti dall’Autore. Tuttavia, il capovolgimento del punto di vista tradizionale è stato segnato dalla pubblicazione dell’edizione storica di Tutti i romanzi, uscita in due volumi a cura di Giovanni Macchia (1973). Il commento dettagliato e puntuale di Mario Costanzo che vi si legge dimostra la necessità di prestare la dovuta attenzione alla stesura autografa, databile intorno al 1915 (d’ora in poi MS-1915), come se si trattasse di una nave appoggio che, dopo aver fornito spunti e materiali non solo alle novelle ma anche ai drammi (come all’Enrico IV), dopo 15 anni di servizio torni finalmente alla darsena, tacciata ingiustamente di “autoplagi”.

Porre MS-1915 al centro delle interpretazioni delle opere pirandelliane, compresa l’edizione definitiva, comporta inevitabilmente la necessità di affrontare due nodi strettamente connessi fra loro: il primo è rappresentato dai 20 foglietti smarriti o (secondo l’interpretazione di Costanzo) “rifiutati dall’Autore”, che non rientrano nella massa di foglietti del MS-1915, e che provengono con molta probabilità da precedenti stesure del MS-1915. Quale relazione è possibile stabilire, dunque, tra l’ultima stesura e le varie stesure precedenti? Il secondo nodo è legato al confronto fra il MS-1915 e l’edizione definitiva della Fiera Letteraria del 1926, dal quale emerge la mancanza, nel primo, della drammatica parte conclusiva dell’edizione (l’ultimo terzo del volume). Ciò induce a chiedersi quando e per quale motivo l’Autore abbia aggiunto questa parte, che rappresenta, per il romanzo, una svolta decisiva.

Riteniamo che al primo problema si possa rispondere mettendo in evidenza la possibilità di desumere l’ordine cronologico tra i vari foglietti fino al MS-1915, qualora si cerchi di rintracciare le varie fasi della trasformazione di un personaggio di nome Michelina nei foglietti rifiutati dall’Autore, personaggio in seguito soppresso e sostituito da Marco di Dio e dalla moglie Diamante nel MS-1915. Della ricostruzione di questo ordine cronologico si offre una rappresentazione grafica nella fig. 1.

Relativamente al secondo problema, derivante dal fatto che MS-1915 termina a metà del cap. 5 del testo della Fiera Letteraria e dal mancato ritrovamento del manoscritto contenente gli ultimi tre libri (lib. 6, 7, 8) che costituiscono il culmine del romanzo, si avanza qui un’ipotesi che a un primo sguardo può apparire improbabile, ma che si ritiene degna di considerazione. Un indizio di questa diversa prospettiva può essere individuato nella particolareggiata descrizione della co-protagonista Anna Rosa, che entra in scena solo al libro 7 e “solo del suo corpo pareva si compiacesse sempre…Se lo stava a mirare continuamente allo specchio, in ogni parte o tratto; a provarne tutti gli atteggiamenti, tutte le espressioni…Così, come per un gusto d’attrice”(lib.7). Secondo questo indizio, il personaggio femminile sarebbe modellato sull’attrice Marta Abba in persona, che venne scritturata solo il 25 febbraio 1925.

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