Il Della vita civile, primo trattato di Matteo Palmieri, sarebbe una delle tipiche espressioni dell' <<umanesimo civile>> fiorentino. Il giovane umanista ritiene che la vita piu perfetta sulla terra sia quella di un ottimo cittadino vivente in un'ottima repubblica e che tale cittadino ideale deva essere uomo universale: uomo attivo in grado di partecipare con virtu a varie fasi importanti della vita civile. Per il Palmieri pedagogista il problema centrale e in che modo si possa formare tale cittadino. Secondo lui, questo e possibile solo attraverso lo sviluppo integro delle possibilita umane, non escluse quelle fisiche, e percio si chiede che non vada trascurata anche l'educazione fisica e che i giovani si ammaestrino in tutte le buone arti e nella filosofia morale in particolare. La possibilita di formazione dell'uomo universale, secondo il Palmieri, e garantita dalla stessa natura dell' ingegno umano che e atta a qualunque cosa, e pero in realta questa possibilita sara realizzabile solo in seno alla vita civile che contiene in se tutte le attivita umane ed in cui percio ognuno si forma piu o meno universale. Tuttavia perche questa formazione venga pienamente realizzata com efficacia, occorrerebbe consapevolmente seguire e fissare metodo e fine giusti. Quanto al metodo, sara indispensabile soprattutto <<considerare e rivolgere i termini fondamentali di qualunque scienza o arte>> e quindi istruirsi sugli <<ordinati e bene composti autori>>: sui testi classici, dunque, invece che sugli <<obscuri e tenebrosi libri>> medievali. Quanto al vero fine dell' istruzione, dovrebbe esserlo proprio la formazione umana stessa e il dilettarsi in essa:l'istruzione deve essere disinteressata e fine a se stesso. Altrimenti facilmente <<nasce che i secutori d'alcuna arte tanto ne imparano quanto sono necessitati ad avere spaccio>> e quindi cadono nella banalita. Solo quando si stabilisce il vero fine, l'animo umano verra spinto a formarsi sempre piu in alto e universale oltrepassando i suoi attuali limiti, e <<in dilecto operando si nutrica e cresce, e fa quella rotundita delle virtu>> divenendo pienamente virtuoso. Non meno che all'universalita dell'ingegno umano, pero, il Palmieri da importanza alla propria natura di ogni individuo: ciascuno deve conoscere <<le sue naturali forze>> e seguire la propria natura. Solo cosi uno potrebbe eccellere e farsi singolare, e soltanto l'uomo singolare in realta potrebbe essere uniuersale e quindi ottimo citiadino essendo veramente in grado di servire alla<<universale salute di molti>>. L'oitimo cittadino palmieriano dunque coincide perfettamente con l'uomo universale quale uomo singolare.
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