Francesco Crispi, nato a Ribera inSicilia nel 1818 e morto a Napoli nel 1901, esordi nei vari aspetti politici risorgimentali nel corso della sua lunga vita. Per citare qualche esempio: la partecipazione alla rivoluzione siciliana nel 1848-49; la vita in esilio e il complotto per dieci anni, compreso il suo stretto rapporto con Mazzini dopo la rivoluzione siciliana; il suo apporto alla spedizione in Sicilia, il governo dittatoriale nel 1860 e l'attivita nel Regno d'Italia (nel quale ha preso il potere politico tre volte: 1887-1889, 1889-1891, 1893-1896). Fra tali attivita, quella durante la spedizione dei Mille, sulla quale manca un ampio lavoro critico anche in Italia, corrisponde al periodo della sua transizione: de "rivoluzionario" a "politico di parte governativa". Pertanto, l'analisi su Crispi verso il 1860 ci aiutera alla comprensione della sua natura di "politico" che ebbe grand'effetto sulla politica estera ed interna d'Italia dopo l'unita. Questo mio lavoro sarebbe il punto di partenza del mio piano, secondo il quale ho intenzione di chiarire alcuni problemi risorgimentali, compreso quello relativo al post-Risorgimento, in base all'accumulazione di tali studi su Crispi. In concreto, trattero di Crispi nel periodo che va dall'inizio del progetto sulla spedizione dei Mille alla liberazione di Palermo verso la meta del 1860. Tramite questa considerazione, posso concludere che Crispi, avendo una posizione direttiva nella dittatura garibaldina, si trovava nella posizione di favorire l'aspetto mazziniano, in quanto che obbediva alla sua politica dell'unificazione d'Italia, e cio sotto la direzione sabauda. Equesto il duplice aspetto che formava il concetto dell'attivita di Crispi nel 1860.