Studi Italici
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NOTE SULLA LETTERATURA ITALIANA NELLA SECONDA META DEL SECOLO XIX DI B. CROCE : UNA RICERCA DIACRONICA
KOSUKE KUNISHI
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2014 Volume 64 Pages 1-27

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Abstract

Quello che rende unica la figura di Benedetto Croce all'interno del panorama della filosofia europea del Novecento e it fatto che egli, oltre ad essere un grande teorico, ideatore del monumentale sistema della "filosofia dello spirito", fu anche un acuto critico letterario di considerevole produttivita. Nel 1902, con il successo dell'Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale, Croce riusci a far circolare il proprio nome nell'ambiente degli intellettuali italiani e stranieri. Inoltre, volendo rendere la sua teoria pin accessibile ai lettori comuni e dimostrarne la validita a livello pratico, dal 1903 inizio a scrivere una serie di saggi critici sulla letteratura contemporanea italiana e a pubblicarli sulla sua rivista ≪Critica≫. Scopo della rivista, in base a quanto Croce stesso aveva annunciato nell'introduzione del 1903, era "di preparare il materiale e tentare un primo schema della storia della produzione letteraria e scientifica italiana dell'ultimo mezzo secolo". Affidata la sezione "scientifica" (cioe sulla filosofia) al suo amico filosofo Giovanni Gentile, Croce intraprese la scrittura di quella serie di saggi sulla letteratura dal titolo Note sulla letteratura italiana nella seconda meta del secolo XIX. Il primo articolo della serie era quello su Carducci: Croce non poteva "non cominciare dal piu cospicuo rappresentante della moderna letteratura italiana, dal primo in ordine di valore e di tempo". Dopo aver preso in esame diversi scrittori postcarducciani quali Fogazzaro, Verga, Serao, D'Annunzio, ecc., Croce tomo a studiare nuovamente l'opera carducciana trattandone in un ampio saggio nel 1909, pubblicato poi nel 1910 sempre all'interno della stessa serie. E probabile tuttavia che non si tratti di un semplice ritorno, visto che Croce aveva iniziato questa serie "per tentare un primo schema della storia della produzione italiana" e che Carducci era collocato all'inizio di questa storia. Dopo il 1910, infatti, Croce pubblico alcuni articoli su scrittori precarducciani, tra cui Prati, Tommaseo, Guerrazzi e Aleardi. Il saggio del 1903, del recto, viene escluso dalla Letteratura della nuova Italia (1914-1915), volumi che raccolgono i saggi della suddetta serie. E possibile, allora, ipotizzare che Croce intorno al 1909 abbia percepito un forte bisogno di tornare nuovamente a Carducci. Il fatto degno di nota, da questo punto di vista, e che in seguito alla morte di Carducci, avvenuta nel 1907, Croce ricevette varie proposte di scriverne una rassegna critica. Ne accetto una con un articolo di poche pagine in cui non aggiungeva quasi niente a quanto aveva scritto nel 1903, ma ne rifiuto un'altra dicendo che "per parlare degnamente del Carducci, e dire cose nuove", avrebbe dovuto consacrarsi "per un buon mese ad uno studio rinnovato" delle opere del Poeta. Da quel giorno, fino alla stesura del nuovo saggio su Carducci, in realta, passo ben piu di un anno. In questo lasso di tempo apparvero quelle tre opere di Croce che per gli studiosi rappresentano uno dei punti di svolta della sua estetica: il saggio L'intuizione pura e it carattere lirico dell'arte, La filosofia della pratica e la terza edizione dell'Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale. In questo lavoro, si intende mostrare come il saggio su Carducci del 1909 presenti non solo modifiche contingenti rispetto a quello del 1903, ma anche (o soprattutto) il primo tentativo dell'applicazione della nuova teoria di Croce. Si puo inoltre affermare che sull'elaborazione e formazione di questa stessa teoria, la figura del Carducci poeta esercito un'influenza non trascurabile. In altre parole, Carducci fu il modello della nuova teoria. Attraverso l'esame approfondito dei saggi crociani su Carducci inseriti nella serie Note

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