Studi Italici
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LA STRUTTURA DELLA SILLABA E IL RITMO NELL'ITALIANO COMUNE CONTEMPORANEO
YUICHIRO TSUDA
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2014 Volume 64 Pages 69-87

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Abstract

L'accento della lingua italiana non e sempre prevedibile: sembra infatti essere determinato individualmente secondo le parole (i.e. lessicalmente), a differenza del latino classico in cui la posizione era automaticamente determinata dalla struttura sillabica. Per esempio, nel latino, la sequenza /ka. pi.to〓/ ha l'accento (melodico) sulla terzultima (o antepenultima) sillaba / ka/. Al contrario, nella stessa sequenza /ka.pi.to/ in italiano, l'accento (tonico) puo cadere su ogni sillaba, come indicato nello schema seguente (il punto, nella rappresentazione fonetica, indica il confine di sillaba): (1) capito /'ka.pi.to/ vb. capitare, presence indicativo, prima persona singolare. (2) capito /ka.'pi.to/ vb. capire, participio passato. (3) capito /ka.pi.'to/ vb. capitare, passato remoto indicativo, terza persona singolare. Tuttavia, e possibile supporre l'esistenza di qualche regola accentuale anche in italiano, perche dal punto di vista statistico la grande maggioranza del lessico italiano e rappresentata da parole piane (che hanno cioe l'accento sulla penultima sillaba). Per individuare questa regola, trattandosi di una lingua ad accento tonico, e sufficiente descriverne il ritmo (cf. Hayes 1995 Metrical Stress Theory: Principles and Case Studies). Prima di considerare l'accento e il ritmo, esaminiamo le strutture sillabiche possibili in italiano (le indicazioni nelle formule seguenti vanno cosi interpretate: V=vocale; C=consonante; R=sonante). (4) V ha VV hai VR in Vs istituire VC atto VVR (non esiste) VVs austero VVC (non esiste) CV fa CVV fai CVR per CVs pasto CVC gatto CVVR (non esiste) CVVs caustico CVVC cauzione CCV sta CCVV stai CCVR stringere CCVs scristianizzare CCVC stretto CCVVR (non esiste) CCVVs (non esiste) CCVVC (non esiste) Osservando la struttura sillabica, possiamo confermare la preferenza della lingua per le sillabe aperte, mentre quelle chiuse hanno una presenza molto piu limitata. Su questa base, assumiamo it la struttura metrica del trocheo moraico quale elemento che ci permette di spiegare da che cosa origini lo squilibrio nella distribuzione della posizione dell'accento. I parametri dettagliati del piede metrico italiano sono i seguenti. (5) Piede : trocheo moraico dalla destra regola della fine : destra extrametricalita : no piede degenerato : no Teniamo inoltre conto del raddoppiamento sintattico, che rende pesante (i.e. consistente in due morae) l'ultima sillaba di una parola, come in (6). (7) indica invece la generalizzazione del raddoppiamento sintattico. (6) Torno a casa. /'torno akkasa/ (7) (C_1)VC# + C_2V → (C_1)VC_2#C_2V Introduciamo poi questa funzione nella formazione del piede metrico introdotto in (5). Questo ci permette di applicare il sistema del piede metrico anche alle parole tronche, che sono normalmente escluse (perche rappresenterebbero un criterio di accentazione eccezionale) dal quadro degli studi sull'accento pubblicati ad oggi. (8) pero ← pe('roC) citta ←(cit)('taC) Attraverso questi fattori, riteniamo che sia possibile possibile descrivere in modo coerente i due tipi contrastanti di accento - piano e tronco - e verificare il fatto che la lunghezza minimale della parola italiana sia di due morae. (9) re ← ('reC) gru ← ('gruC)

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© 2014 Associazione di Studi Italiani in Giappone
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