イタリア学会誌
Online ISSN : 2424-1547
Print ISSN : 0387-2947
ISSN-L : 0387-2947
論文
『作者を探す6人の登場人物』第4版(1925年)に付けられた「序文」の作者問題について
─息子ステファノの加筆部分は何を物語るのか?─
斎藤 泰弘
著者情報
ジャーナル フリー

2015 年 65 巻 p. 61-86

詳細
抄録

Sei personaggi in cerca d’autore, opera drammatica grazie alla quale il nome di Pirandello divenne improvvisamente famoso in tutto il mondo, sollevò scandali clamorosi fra il pubblico e accanite controversie fra i critici. L’eccessiva originalità della forma e l’audacia, per i tempi, del contenuto mostrarono infatti il potere di frantumare il tradizionale teatro borghese fino ad allora applaudito dal pubblico. Con l’intenzione di chiarire i presunti fraintendimenti, Pirandello scrisse una Prefazione alla IV edizione dell’opera, che finì purtroppo per rendere le cose ancora più confuse, lasciando trasparire un ambiguo odore di compromesso clandestino e di tacito consenso alle critiche di Adriano Tilgher. Ciò ha indotto gli studiosi del dopoguerra a soprannominare Tilgher “un malo consigliere” (Giudice 1963), il “Castelvetro di Pirandello” (Moestrup 1967) e, in anni più recenti, addirittura a tentare di spiegare l’ambigua interdipendenza tra Tilgher e Pirandello con la “sindrome di Stoccolma” (Barbina 1992).

Il ritrovamento di nuovi documenti da parte di Alessandro D’Amico, figlio d’arte del grande critico teatrale Silvio, ha permesso però in tempi recenti un chiarimento definitivo. D’Amico, nel 1993, ha trovato alcune annotazioni di Stefano Pirandello, figlio di Luigi, apportate in margine al testo della Prefazione dell’edizione mondadoriana del 1958, e dieci cartelle battute a macchina dal padre, contenenti un abbozzo della Prefazione stessa. Grazie dunque agli appunti di Stefano che testimoniano il proprio intervento, è possibile istituire un confronto fra quanto scritto dal padre e quanto ritoccato dal figlio.

Dei quarantanove paragrafi della Prefazione, la parte rielaborata da Stefano riguarda gli ultimi ventiquattro (dal ventisei al quarantanove). In margine al ventiseiesimo paragrafo Stefano annota: Da qui comincia la pedissequa disamina, personaggio per personaggio e situazione per situazione, che è tutta opera mia, autonoma, fatta cioè senza consigli di papà, ossia dovuta “trovare” da me, nei concetti, negli argomenti, inventandomi critiche da nessuno avanzate ma che mi servivano di pretesto ad azzeccate repliche (...). Un confronto accurato fra l’abbozzo del padre e la versione del figlio mostra però che quanto affermato da Stefano sembra non essere del tutto esatto. La rielaborazione può essere riassunta nei seguenti termini: 1) alterazione del significato originario dell’abbozzo attraverso l’inserzione nel testo delle proprie osservazioni (par. ventisei); 2) sostituzione ed eliminazione delle espressioni sconvenienti o troppo forti del padre (parr. quarantaquattro e quarantacinque); 3) riscrittura dell’originale allo scopo di elogiare più chiaramente l’opera del padre (parr. quarantotto e quarantanove); 4) attribuzione a se stesso della lunga descrizione della personalità della Madre dei sei personaggi (da par. trentasette a par. quarantadue), di cui Stefano può giustamente vantare che la rielaborazione è tutta opera sua, autonoma, fatta cioè senza consigli di papà.

L’analisi dei ritocchi apportati da Stefano e il confronto con l’originale del padre consentono dunque di concludere che tutta la parte della Prefazione in cui viene accolta l’interpretazione filosofica di Tilgher appartiene solo ed esclusivamente a Stefano e che conseguentemente Luigi Pirandello non aveva cambiato la propria opinione anti-filosofica. Dall’altra parte, quanto si legge nella parte relativa alla Madre elaborata da Stefano rivela il suo forte attaccamento alla madre reale e cela una tacita accusa verso il padre, che l’aveva fatta internare in un manicomio sei anni prima.

著者関連情報
© 2015 イタリア学会
前の記事 次の記事
feedback
Top