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クエリ検索: "両シチリア王国"
21件中 1-20の結果を表示しています
  • 高橋 清徳
    法制史研究
    1972年 1972 巻 22 号 173-177
    発行日: 1973/03/30
    公開日: 2009/11/16
    ジャーナル フリー
  • εσπερα, δυσιζと「軍隊」の相関関係から
    宮城 美穂
    オリエント
    2005年 48 巻 1 号 171-186
    発行日: 2005/09/30
    公開日: 2010/03/12
    ジャーナル フリー
    The aim of this paper is to examine how εσπερα and δυσιζ, both meaning “west”, are used in Byzantine historiography of the eleventh and twelfth centuries. It is concluded that εσπερα and δυσιζ, when used to designate Hungary, meant simply “west”, while the same words when used to designate the Crusades, the Holy Roman Empire and other Western powers, meant “Western Europe” and were used in the context of its military power.
    In the eleventh century, εσπερα and δυσιζ were used in contrast to εωζ, which means “east”. These words served to change the scene from wars with western enemies to those with eastern enemies, and vice versa. Besides that, they expressed the Byzantine imperial ideology that the Byzantine Empire was situated in the middle of the civilized world surrounded by the western and eastern barbarians. In the twelfth century, however, εσπερα and δυσιζ came to be used without “east” in many contexts and began to be used to modify the word “troops” when describing the Western countries' armies.
    Much research has concluded that Byzantine historiography defined Western Europe as a society characterized by the Catholic Church and feudalism. This survey, however, shows that it characterized Western Europe by the military power that finally conquered the City of Constantinople in 1204.
  • 勝田 由美
    イタリア学会誌
    1995年 45 巻 158-176
    発行日: 1995/10/20
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー
    La storiografia relativa a S. Morelli, eletto deputato qualche anno dopo l'Unita d'Italia, non e molto abbondante, e solo in questi ultimi anni la sua figura e le sue attivita sono venute poco alla volta chiarendosi nel loro insieme. Poiche, inoltre, non esistono ricerche scritte in giapponese su questo singolare personaggio, vorrei descriverne qui brevemente la vita. Morelli nacque il primo maggio 1824 a Carovigno (prov. di Brindisi) e si laureo in giurisprudenza a Napoli, dove entro nella Giovine Italia di Mazzini. Arrestato per attivita anti-borboniche, nel corso della Rivoluzione del 1848, trascorse otto anni nelle prigioni di varie isole del Sud Italia. Nel 1861, dopo l'Unita d'Italia, Morelli pubblico a Napoli La donna e la scienza, la sua opera piu conosciuta, nella quale sostiene l'emancipazione della donna. Morelli vedeva la donna come promotrice dell'educazione degli esseri umani, un'educazione basata sulla scienza "concreta" e "intuitiva" di una nuova era. Nello stesso anno venne eletto consigliere al comune di Napoli, ma su questo argomento le ricerche sono ancora molto scarse. Nel 1867, in occasione della visita a Napoli di Bakunin, Morelli si stacco dal movimento di Mazzini, ed aderi a "Liberta e Giustizia", una delle prime associazioni socialiste in Italia. Ma piu che un socialista, Morelli era piuttosto un autentico democratico, nel senso che perseguiva la realizzazione della liberta e dell'uguaglianza di tutti, donne comprese. Nel 1867 Morelli fu eletto per la prima volta deputato al Parlamento per il collegio di Sessa Aurunca (Campania). Egli subito propose al Parlamento tre disegni di legge, uno sull'educazione laica, uno sul miglioramento della condizione giuridica delle donne, ed uno sulla limitazione del potere della Chiesa. Questi progetti, pero, sebbene altamente lodati da Mazzini, Garibaldi, Hugo, J.S.Mill, ed altri, nel Parlamento furono completamente trascurati. Ciononostante, Morelli continuo con ancora piu vigore la sua attivita parlamentare. Propose l'abolizione del sistema della prostituzione legalizzata, la parita dei diritti dei coniugi nel codice civile, l'introduzione del divorzio, il suffragio femminile, l'abolizione del dovere del giuramento al re da parte dei deputati, il disarmo dell'esercito, ed altro ancora. Tutti i progetti innovativi presentati per la prima volta al Parlamento italiano, furono da parte di Morelli. Oltre alle riforme democratiche sopra citate, Morelli propose anche delle riforme "meridionaliste", intese cioe a migliorare le condizioni socio-economiche dell'Italia meridionale.Fra queste si possono citare la costruzione di linee ferroviarie nel Sud, l'istituzione di scuole pubbliche, l'irrigazione della terra, e l'abolizione delle tasse nel porto di Brindisi. Per Brindisi, Morelli intendeva fare di questo porto il centro commerciale di tutta l'Europa per i commerci con l'Asia. Nelle elezioni del 1880 Morelli non venne rieletto, e mori qualche mese dopo, in indigenza, vicino a Napoli. Dopo la morte, fu per molti anni quasi "dimenticato" dalla storia, per le sue proposte troppo progressiste. Ma per avere un'idea piu chiara e completa della democrazia del Risorgimento italiano, e neccesario anche prendere in considerazione aspetti finora trascurati, ed in questo senso, ulteriori ricerche sulla vita di questo personaggio possono rivelarsi assai interessanti.
  • ─日伊両国の未刊行公文書を中心に─
    CARLO EDOARDO POZZI
    イタリア学会誌
    2017年 67 巻 125-149
    発行日: 2017年
    公開日: 2018/11/28
    ジャーナル フリー

    Il Conte Raffaele Ulisse Barbolani (1818-1900) fu un diplomatico italiano di alto livello, nato il 13 agosto 1818 a Cesapiana di Colledimacine, in provincia di Chieti, da un ramo cadetto, trasferitosi in Abruzzo, della famiglia gentilizia toscana dei Barbolani di Montauto.

    Non ancora trentenne, il conte Barbolani iniziò la carriera diplomatica tra le fila della burocrazia borbonica nel Ministero degli Affari Esteri del Regno delle Due Sicilie, dove era entrato con regolare concorso nel 1847. Dopo incarichi importanti svolti presso numerose sedi in Europa e nel mondo per conto del governo borbonico, essendo sospettato di avere contatti col Regno di Sardegna e Casa Savoia, nel 1859 fu trasferito in Brasile in qualità di Incaricato d’Affari. Sensibile tuttavia agli avvenimenti contemporanei in Italia durante gli anni cruciali della Guerra d’Indipendenza, il giovane diplomatico scelse comunque, a rischio della carriera, di tornare in patria, abbandonando i Borbone e schierandosi dalla parte dei Savoia.

    Entrato nelle grazie del Presidente del Consiglio Camillo Benso conte di Cavour, il conte Barbolani proseguì l’iter diplomatico al servizio del neonato Regno d’Italia occupandosi in particolare dell’organizzazione del Ministero degli Esteri del giovane Stato, di cui diventò Segretario Generale tra il 1867 e il 1869. Concluso l’incarico di Segretario Generale presso il Ministero, nel 1869 fu destinato a Costantinopoli e nel 1875 a Pietroburgo. Il 31 dicembre 1876 venne promosso Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario di 1a classe e, con Regio Decreto 13 febbraio 1877, destinato alla guida della Legazione italiana di Tokyo.

    Forte dei suoi contatti personali nei piani alti del Ministero degli Esteri e di un’ormai consolidata esperienza diplomatica maturata sul campo, il diplomatico abruzzese sbarcò a Yokohama per sostituire il conte Alessandro Fe’ d’Ostiani il 10 maggio 1877 con l’intenzione di proseguire le amichevoli relazioni di amicizia con quel Paese sulla scia dei suoi predecessori. Durante i quattro anni in cui resse la Legazione di Tokyo, il Barbolani si dedicò infatti alla promozione dell’immagine dell’Italia quale paese legato al Giappone da un rapporto di amicizia disinteressata, stringendo forti legami con gli esponenti della classe dirigente Meiji e sviluppando una politica diplomatica che, senza interferire in questioni di politica interna, servisse ad approfondire le relazioni politico-commerciali tra i due Paesi.

    Tra le iniziative più significative della sua attività alla guida della Legazione di Tokyo, vanno senz’altro ricordati i negoziati svolti per la revisione dei trattati vigenti, che il diplomatico italiano avviò nel gennaio del 1879 con l’allora Ministro degli Esteri giapponese Terashima Munenori (1832-1893). Con l’obiettivo di ampliare l’interscambio tra l’Italia e il Giappone, il Barbolani, di propria iniziativa, propose al governo Meiji un nuovo trattato commerciale che, abrogando quello stipulato nel 1866, sancisse l’autonomia tariffaria giapponese e che, in cambio della possibilità per gli italiani di circolare, risiedere e commerciare liberamente fuori dai porti aperti, concedesse l’abolizione graduale dell’extraterritorialità. Si trattava per l’epoca di un progetto di revisione radicale e ambizioso, che avrebbe permesso al Governo Meiji di fare notevoli passi avanti nel processo di revisione dei cosiddetti “trattati ineguali”, consentendo intanto al Regno d’Italia di ottenere maggiori possibilità di ampliare la propria rete commerciale in Asia Orientale e di stabilire più intimi rapporti diplomatici con la classe dirigente giapponese, con tutti i vantaggi politici che questo avrebbe comportato per il futuro.

    Scopo del presente lavoro è illustrare nel modo più esauriente possibile le modalità dei negoziati svoltisi nel

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  • 鈴木 岳
    生活協同組合研究
    2011年 427 巻 46-50
    発行日: 2011/08/05
    公開日: 2023/12/25
    ジャーナル フリー
  • 西本 晃二
    イタリア学会誌
    1986年 35 巻 187-203
    発行日: 1986/03/15
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー
  • イタリア学会誌
    2024年 74 巻 141-156
    発行日: 2024年
    公開日: 2024/11/13
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  • 村上 彩子
    関西フランス語フランス文学
    2009年 15 巻 14-24
    発行日: 2009/03/31
    公開日: 2017/07/14
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    Malgre l'intitule du sujet des Orientales, l'Orient s'efface a la fin du recueil. Dans la premiere moitie, Hugo rassemble beaucoup de poemes concernant la Guerre d'independance grecque et il fait ressortir l'Orient par son contraste avec l'Occident. L'espace poetique ne peut donc se situer qu'a la frontiere qui a la fois separe et relie ces deux domaines. Par contre, on ne le reconnait pas souvent dans la deuxieme moitie du recueil, en particulier apres le 36^e poeme <<Reverie>> qui suggere l'effacement de la frontiere en utilisant le mot <<horizon>>. Il s'agit de l'epuisement de l'Orient lui-meme, ou du materiau poetique, mais dans l'avant-dernier poeme, <<Lui>>, Hugo decouvre un nouveau sujet. A la place de l'Orient, Napoleon surgit a la frontiere. Dans l'image de l'empereur chez Hugo, qui evoque son pere et ses souvenirs d'enfance, le poete a conscience de son <<moi>> intime et essentiel. Ainsi chante-t-il ses souvenirs d'enfance dans le dernier poeme <<Novembre>>, qui annonce le recueil suivant Les Feuilles d'automne, ou le <<moi>> de Hugo apparaitra dans le premier poeme.
  • 竹内 啓一
    経済地理学年報
    1961年 7 巻 39-55
    発行日: 1961/05/25
    公開日: 2017/05/19
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  • 松原 冬二
    関西フランス語フランス文学
    2015年 21 巻 135-146
    発行日: 2015/03/31
    公開日: 2017/11/13
    ジャーナル フリー

     Parmi les écrivains français d’après la Seconde Guerre mondiale, nul ne rattachait plus étroitement l’Italie a la création qu’André Pieyre de Mandiargues (1909-1991). En particulier, le sud de l’Italie, associé au ≪ merveilleux ≫, était l’espace privilégié de Mandiargues. À l’été 1951, il a voyagé dans les Pouilles, situées dans ce ≪ sud ≫ qu’on appelle historiquement la ≪ Magna Graecia ≫(ou Grande-Grèce). Il a écrit un essai sur la mémoire de ce voyage : ≪ Petit Cicéron des Pouilles ≫, puis il en a fait une fiction dans un roman de 1953 : Marbre. À partir de la troisième partie de ce roman intitulée ≪ Les corps platoniciens ≫ dont on suppose la rédaction postérieure à 1952, période où son voyage dans les Pouilles est déjà terminé, Mandiargues commence à introduire des descriptions qui sont comme une synthèse entre la géométrie pythagoricienne et l’initiation occulte d’origine orphique, qui a pris naissance dans la Magna Graecia. Cette notion de géométrie occulte est unie à l’image du Castel del Monte que l’auteur a vu dans le sud de l’Italie, et constitue le sujet principal de ce roman : ≪ la situation baroque dans l’espace de la géométrie classique ≫ qui occupera le centre de la méthodologie créatrice de Mandiargues. Ainsi son style a-t-il reçu une révélation définitive de sa visite de la Magna Graecia.

  • 池谷 知明
    選挙研究
    2013年 29 巻 1 号 5-14
    発行日: 2013年
    公開日: 2017/11/03
    ジャーナル オープンアクセス
    本稿は1848年に制定されたサルデーニャ王国選挙法を,当時の穏健自由主義指導者の一人で,選挙法制定に関わっていたカヴールが選挙法制定に前後して発表した論考を参照しつつ,有権者の創造の観点から考察する。代表政治の確立をめざした憲法の公布を受けて制定された1848年選挙法は,厳しい選挙資格の制限により有権者は人口比2%に及ばなかった点で否定的に記述される。他方で,平等選挙の原則,秘密投票の原則を採用するなど積極的に評価すべき点もあった。選挙権の制限にせよ,平等選挙の原則,秘密投票の原則にせよ,有権者の創造と国民国家形成の意図が込められていた。本稿は,立憲体制を構築し,代表政治を確立しようとしたサルデーニャ王国が制定した1848年選挙法について,その要点を記しつつ,選挙制度に込められた有権者創造の意図について検討する。
  • 国|際連帯思想を中心に
    荒武 鉄郎
    西洋史学
    1966年 72 巻 1-
    発行日: 1966年
    公開日: 2022/12/01
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  • 宮城 美穂
    オリエント
    2002年 45 巻 2 号 111-132
    発行日: 2002年
    公開日: 2010/03/12
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    The conflict between the Byzantine Empire and the West in the twelfth century has been one of the most important themes in Byzantine history. Some papers have even hinted that the Byzantines, including the Byzantine historian Nicetas Choniates, preferred the Muslims as neighbors to the Cathoric Westerners. Previous papers have generally argued that Choniates, who wrote his History from 1185 to 1207, testified to this conflict when he criticizes the Westerners who conquered Constantinople in 1204.
    A survey of his use of expressions with γενος, εθνος and βαρβαρος, however, shows that he valued the Westerners most highly among the various peoples around the Empire. While the Byzantines are always referred to as γενος (=people), the Turks as the Muslims most known to the Byzantines at that time are always referred to as βαρβαρος (=barbarian). The peoples in the Balkan Peninsula play only relatively negligible roles in his book. The Westerners are sometimes referred to as γενος who had friendly relationships (=øιλος, øιλιος and øιλια) with the Byzantines, although they are also sometimes referred to as βαρβαρος when they used crude violence to-wards the Byzantines. These facts indicate that Choniates distinguished between the Westerners and the other peoples around the Empire and that he had a prejudice against the Turks.
    In short, the History should not be interpreted in light of the conflict between the West and the Byzantine Empire. It is true that Choniates blamed the Westerners for their cruel conquest, but in comparison with his view of the Turks, it can still be argued that he speaks for the pro-Western Byzantines who regarded the friendships with the Western countries as the vital means of saving their Empire.
  • 武重 千尋
    イタリア学会誌
    2023年 73 巻 129-149
    発行日: 2023年
    公開日: 2023/11/15
    ジャーナル フリー

    La ricerca sul Risorgimento italiano in Giappone iniziò nel periodo Meiji. Innanzitutto, le ricerche sul Risorgimento svolte fino agli anni ’70 sono state raccolte e riassunte da Tetsuro Morita, un importante studioso che si è occupato a lungo della storia d’Italia, soprattutto durante e dopo la seconda guerra mondiale. Gli anni ’60 e ’70 furono infatti il periodo in cui la storiografia giapponese cercò di superare la storiografia del dopoguerra, iniziando a prendere in considerazione lo studio della storia popolare e dei movimenti operai. Morita ha indicato come punto di partenza della sua nuova ricerca sul Risorgimento lo studioso Atsushi Kitahara. Da allora sono passati circa 50 anni, e nel frattempo il modo di scrivere la storia e di fare ricerca sul Risorgimento in Giappone è profondamente cambiato, influenzato dagli eventi e dalle trasformazioni che si sono verificate in questo periodo.

    Pertanto, in questo articolo esamineremo le ricerche svolte in Giappone sul Risorgimento dal dopoguerra al 2020 suddividendo questo periodo in cinque fasi, e cercando di chiarire come esse si siano sviluppate e quali tendenze mostrino. Nella presente indagine l’autore presterà molta attenzione al significato della parola “Risorgimento”. Esaminando i cambiamenti avvenuti nell’interpretazione del suo significato, l’autore intende chiarire la consapevolezza degli storici giapponesi in merito ai problemi della loro epoca.

    Nelle ricerche sul Risorgimento svolte nel periodo prebellico, le ricerche sul repubblicanismo di Mazzini si sono sviluppate dal punto di vista del confronto tra il pensiero mazziniano e il romanticismo tedesco nell’ottica della Restaurazione Meiji. E mentre nel secondo dopoguerra le riforme pro-democrazia progredivano, si riteneva che la teoria dei doveri di Mazzini si avvicinasse alle tendenze dell’epoca.

    La ricerca sul Risorgimento svolta in Giappone dal dopoguerra in poi viene spesso considerata parte del processo di modernizzazione e viene analizzata dal punto di vista della storia comparata. Inoltre, i limiti del Risorgimento vengono evidenziati dall’influenza del marxismo, e il Risorgimento è stato interpretato come un fenomeno diverso dalla riforma sociale incompiuta che era considerata un problema in quel momento: esso viene infatti interpretato come un movimento volto a creare uno Stato unificato.

    In seguito alla revisione della storiografia del dopoguerra, verrà lanciata la storia dei movimenti sociali, che esplora le nuove frontiere della storia. Influenzata da quest’ultima, la storia della ricerca del Risorgimento che è stata scritta negli anni ’70 inizia a vedere le rivolte del 1848 come movimento popolare. E sono fiorite le ricerche dei democratici.

    Quando la storia sociale fu introdotta in Italia negli anni ’80, Atsushi Kitahara introdusse la teoria della “sociabilité”, e a partire dagli anni ’90 nacquero molti altri studi che investigavano gli eventi della storia d’Italia nell’ottica della storia sociale.

    Per quanto riguarda Mazzini, c’è uno studio che analizza il rapporto che egli aveva con i movimenti sociali in Inghilterra durante il suo esilio, nonché la rete di comunicazione tra Mazzini e i radicali britannici allo scopo di fornire assistenza umanitaria e attività educative agli italiani in esilio. Inoltre, sono stati svolti studi mirati ad analizzare il Risorgimento nelle periferie e in un ampio e lungo lasso di tempo, con particolare attenzione verso gli immigrati.

    Attraverso tali ricerche viene riconfermato il fatto che la formazione di uno stato unitario è stato il maggiore traguardo del Risorgimento, tuttavia, il Risorgimento non rappresentava solo il problema dell’unificazione nazionale, ma anche molte altre sfaccettature.

    Parallelamente, dalla fine degli anni ’80, sono state condotte ricerche mirate a sottolineare la funzione del moderno stato-nazione,

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  • 小林 惺
    イタリア学会誌
    1984年 33 巻 1-21
    発行日: 1984/03/15
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー
    Come e noto, "Il Gattopardo" di G.Tomasi di Lampedusa ha goduto di una immensa popolarita nella letteratura italiana del dopoguerra. Perche ha potuto conquistarsi un cosi vasto pubblico? Forse e dovuto alle meravigliose descrizioni della morte del protagonista, Principe Don Fabrizio, e della caduta di un nobile casato siciliano. Infatti, mi pare misteriosamente affascinante la fine grandiosa non solo persona ma del gruppo: famiglia, comunita, societa e stato. La morte completa la vita, o in altri termini, la vita si perfeziona solo all'interno della morte. Ed assistendo a tale morte, si puo vedere la vita nella sua totalita: il che ci da un senso di integrazione non parziale, liberi dal'alienazione. Inoltre. in questa esperienza, si intravede a volte il sacro. La figura pacata del Principe che sogna di andare nel mondo di stelle ci rammenta gli eroi antichi che accettavano tranquillamente il proprio destino.
  • 前之園 幸一郎
    教育学研究
    1965年 32 巻 1 号 1-10
    発行日: 1965/03/30
    公開日: 2009/01/13
    ジャーナル フリー
  • 藤澤 房俊
    イタリア学会誌
    1978年 26 巻 40-56
    発行日: 1978/03/20
    公開日: 2017/04/05
    ジャーナル フリー
    Ho messo a fuoco la formazione ideologica di Mazzini esule a Marsiglia, l'attivita organizzativa della"Giovine Italia"e la sua crisi. Anzitutto ho cercato di chiarificare come all'origine della ideologia fondamentale di Mazzini ci siano motivi sansimoniani, ad esempio l'idea di associazione, la funzione direttiva delle intelligenze e il nesso fra pensiero e azione ecc.. Parallelamente a questa formazione ideologica, egli svolse un'attivita organizzativa verso il ceto medio principalmente nell'Italia settentrionale e centrale dalla fine del 1831 al 1844. Sulla base di questa organizzazione tento la spedizione di Savoia che falli miseramente. A questa crisi della"Giovine Italia"si aggiungono il dissidio ideologico e organizzativo con il Buonarroti e la critica al Mazzini stesso dall'interno della"Giovine Italia". In questa trattazione, ho voluto chiarire i meriti e i limiti della"Giovane Italia"nel Risorgimento Italiano.
  • 竹内 啓一
    経済地理学年報
    1965年 11 巻 33-47
    発行日: 1965/10/01
    公開日: 2017/05/19
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  • ナポリからの視点
    奧田 敬
    経済学史学会年報
    2003年 43 巻 43 号 87-103
    発行日: 2003年
    公開日: 2010/08/05
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    “Economics was primarily an Italian science until the last quarter of the eighteenth century”. Thus, an oracle of Schumpeter has inspired a few Japanese scholars to investigate Italian precursors of modern economic theory, with special regard to F. Galiani. But the cynical Galiani was also, as Ajello points out, a machinist of ‘illuminated’ absolutism by which Queen Maria Carolina corrupted every serious effort of Neapolitan Philosophes and transformed them into a ‘mimic’ of reform.
    The aim of this paper is to verify, under such circumstances, the Fortuna of the socalled Genovesian tradition (by Di Battista), which had been celebrated by the ‘first’ chair of political economy in the world (1754).
    In the European-wide circulation of economic thought, Antonio Genovesi had chosen Great Britain as a model of civilized commercial society, though he criticized its tendency toward imperialism and foretold a postcolonial crisis. His Economia civile was an idealization of England in which property rights should be ensured by the equity of justice and everyone's industry can be stimulated by the domestic free trade, so that the development of a balanced national economy might be carefully protected by ‘mercantilist’ policies. Moreover, this idealization looked something like an Arcadia of virtuous gentries and independent free-holders. The reality of Southern Italy, however, did not permit such an eclogue. Therefore, the quest for a missing middle class (ordine mezzano) became the primary theme of the Genovesian tradition.
    Among Genovesi's followers, young G. Filangieri expected a utopia of ‘American Liberty, ’ while old G. Palmieri, as president of the Supreme Council of Finances, pursued the transformation of feudal nobilities into modern landowners. His scheme, however, resulted in a kind of ‘cynic economy’ that imposed abstinence on the poor people.
    Why the precocious ‘institutionalization of economics’ was ultimately fruitless (see the tragedy of 1799) remains mysterious. Soon after Genovesi's death in 1769, the Neapolitan Enlightenment had become gloomy, and there we may find in F. Grimaldi another example of exalting the Diogenean lifestyle, which sheltered freemasons and canalized them into the Italian Jacobinism. Regardless, further research is required with regard to the vast economic literature produced by the contemporaries of Genovesi and by the first generation of his disciples: G. B. M. Jannucci, N. Fortunato, F. Villano, F. Longano, M. Torcia, and so on.
    During the Napoleonic era we finally encounter the solitary exception among the mediocre successors of Genovesian professorship: L. d. S. Cagnazzi was considered to be a pioneer of Smithianism in the Kingdom of Naples and a founder of the Italian school of statistics. However, Cagnazzi's substantive liberalism with regard to the macroeconomy was coexistent with his insistence on the minutest interventionism in the microeconomy, and “the role of a entrouvable [sic] bourgeoisie came to be occupied by a new class of bureaucratic-intellectuals” within such ‘administrativism’ (Salvemini). We therefore cannot easily conclude that there was a significant break nor a seamless continuity with the Genovesian tradition.
    According to Robertson, who emphasizes the Venturian concept of the Enlightenment ‘above national context’, the Scottish and Neapolitan economists were exemplars “of the achievements of the political economy of Enlightenment.” Free trade and protectionism were two different but complementary alternatives that derived from a common intellectual framework of the cosmopolitan century. However, it must also be considered that the 19th century economic theories were influenced by the international diffusion of a classical political economy. As the honeymoon of cosmopolitanism
  • フランチェスコ・デ・ゴイズエタ(1825-1907)、在ナポリ日本名誉領事
    ポッツィ・カルロ・エドアルド
    イタリア学会誌
    2024年 74 巻 97-119
    発行日: 2024年
    公開日: 2024/11/13
    ジャーナル フリー

    1878年以来、日本政府は多くのイタリア国籍の名誉領事を登用した。明治時代の大半、これらの領事はイタリアの複数の都市に同時に駐在しており、通常は数年間、時には死ぬまでその職にとどまっていた。彼らの職務は主に、イタリアにおける日本の商業的利益を保護し、発展させるとともに、求めに応じて日本国民に適切な助言と支援を提供することであった。本論文は、明治時代における在イタリア日本名誉領事に関する事象について詳細な研究の基礎を築くことにある。特に、この任に就いた最初のイタリア人、フランチェスコ・デ・ゴイズエタ氏(在任期間:1878-1906)の事例に焦点を絞りたい。

    デ・ゴイズエタは、古くはスペインに起源を発するナポリの貴族の分家に生まれた。領事館員だった兄弟のアレッサンドロとフェルディナンドと同様に、フランチェスコも

    両シチリア王国
    外務省(1848-1860年)とイタリア王国外務省(1862-1875年)の両方でキャリアを積んだ。彼がローマで勤めた役職の中でも総領事館商務総局の課長という役職は注目に値する。在職中、彼は商業問題、条約、領事会報、商業統計等に関する通信を扱った。そして、まさにこの職に就いていた1875年4月、50歳の時に健康上の理由により突然外務省を辞職した。

    2年後の1877年10月、デ・ゴイズエタは在ローマ日本公使館に書簡を送り、1875年4月12日に当時のイタリア外務大臣エミーリオ・ヴィスコンティ・ヴェノスタ侯爵(1829-1914)から発行された書状を同封して、自身が在ナポリ日本領事に任命されるよう要請した。両文書は、デ・ゴイズエタの元同僚で友人であるイタリア外務省通商局書記官カッペーロによって在ローマ日本臨時代理公使桜田親義(1843-1885)に届けられた。さらに、駐日イタリア特派全権公使ラッファエーレ・ウリッセ・バルボラーニ伯爵(1818-1900)もデ・ゴイズエタの要請を支持し、1878年1月に日本外務卿寺島宗則(1832-1893)に推薦状を送った。明治政府は、ナポリに独自の名誉領事を置く必要性を認識し、1878年3月13日に正式にその職をデ・ゴイズエタに委任した。

    日本の諸資料館に保存されている多数の書簡を考察すると、デ・ゴイズエタの領事活動が非常に活発かつ多様であったことは疑いの余地がない。何よりもまず、デ・ゴイズエタは外務省の要請により、あるいは自らの主導で、地中海の航行状況やナポリ経由のヨーロッパと極東を結ぶ貿易ルートについて多くの情報を提供した。しかし、それ以上に重要だったのは、デ・ゴイズエタが、農商務省から依頼されて、硫黄の抽出・精製プロセスや製塩の改善のための詳細な報告書、統計調査、サンプルを東京に送ったことにより、日本の生産システムの発展に貢献したことである。

    同時に、デ・ゴイズエタは、その立場を利用して、日本でのビジネスを希望する、あるいは明治政府から利権(または製品のサンプルだけでも)を得ようとしていたイタリア王国の企業、団体、民間人を優遇しようとした。多くの場合、これらはデ・ゴイズエタの友人や知人から頼まれた単純な好意であったが、これらの要求の中には、もし日本側に受け入れられ、支持されていれば、両国間の貿易の拡大と多様化を促進できるはずだったものもあった。しかし、在ナポリ名誉領事によるイタリア人起業家と日本政府の間の仲介の全ての試みは失敗に終わり、当時のささやかな日伊貿易の発展に貢献することはなかった。

    最後に、その領事活動の全体像を把握するためには、デ・ゴイズエタが歴代の外務次官に行ったさまざまな個人的な要請を忘れてはならない。例えば、1895年には事務費の増額を、1896年には日本郵船株式会社の在ナポリ代表者として勤めることを、そして1897年には息子のエンリーコを在ナポリ副名誉領事に任命することを要請した。しかし、更に注目に値するのは、1887年に彼が自分の職権区域を明確にし、明治政府に公認をさせようとしたという事実である。特に、同年4月29日には、自ら考えた在イタリア日本各名誉領事館の管轄区域の権限、そして島を除く南イタリアに対する管轄権を自分たちに帰属させることを特命全権公使田中不二麿(1845-1909)に提案するまでに至ったのである。また、9月1日、デ・ゴイズエタは自分の職権区域がイタリア王国の地元官僚らの目に明確になるように、その権限を自身の委任状に記載するよう外務事務次官青木周蔵(1844-1914)に依頼した。

    要約すると、デ・ゴイズエタは献身的かつ熱心に領事の職務を果たした。しかし、彼の活動の最後の数年間、日本外務省に送った報告書は徐々に少なくなり、最終的には1906年11月10日、81歳という高齢と休養を必要とする健康状態を理由に名誉領事を辞任した。その直後、1907年1月2日、死去した。

    本稿では、外務省外交史料館、国立公文書館、そして防衛研究所に保存されている未刊史料を利用し、前述の側面を詳細に分析することにより、名誉領事としてのデ・ゴイズエタの活動を可能な限り網羅的に描き出すことを目的としている。そうすることで、初期の日伊関係におけるまだ十分に研究されていない側面に光を当てるとともに、デ・ゴイズエタがこの関係においてどの程度、どのような重要性を持っていたのかを明らかにしようとする。

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