Il giardino di Boboli, che appartiene al Palazzo Pitti di Firenze e che risale alla meta`del Cinquecento, e` uno dei piu` importanti giardini storici europei. Avendo un fortecarattere geometrico ed architettonico, il giardino e` un esemplare del giardino all'italiana. Tra gli elementi che lo compongono, il piu` peculiare e` l'edificio chiamato"Anfiteatro"che ha forma a U composta dai sedili scalinati come la cavea. Il ruolo diquesta costruzione era duplice: funzionava solitamente come elemento scenografico omonumentale puramente"da vedere", e in occasione della festa granducale, invece,funzionava come un vero e proprio teatro o una piazza recinta per l'opera-torneochiamato il"balletto a cavallo".Questo anfiteatro, trasformato dal"teatro di verzura", sub forti critiche subito dopo ilcompletamento nel 1635; in particolare erano valutati sfavorevolmente il suo tardivostile manierista e l'insufficienza funzionale, per cui furono proposti vari progetti per lasua trasformazione. Nel presente studio si desidera trattare soprattutto dei progettitardosecenteschi proposti dagli architetti non-professionisti della corte: Diacinto Maria Marmi (1625ca-1702) e Paolo Falconieri (1634-1704).D. M. Marmi, un cortigiano che si occupava del Guardaroba sotto i due granduchi Ferdinando II e Cosimo III de'Medici, svolse anche l'attivita` di architetto-disegnatore di corte. Tra i disegni fatti da Marmi vi furono anche alcuni progetti per l'anfiteatro. Diseguito si analizzano due disegni (GDSU5159A r; BNCF, II. I. 380, c. 108 r) per il nuovo anfiteatro. Marmi propose un anfiteatro di pianta simile all'attuale, ma di struttura piu` complessa. Nel suo progetto, Marmi si occupava particolarmente del problema della linea di flusso. Il suo anfiteatro era legato al palazzo tramite i vari"corridoi"e"gallerie",che componevano un sistema di comunicazione tra il palazzo, l'anfiteatro e il giardino, caratterizzato non solo dalla funzione pratica, ma anche dalle esigenze socio-morali della corte, soprattutto dal principio della divisione delle classi e del"decoro". Per quantoriguarda lo stile, il progetto di Marmi mancava di originalita` seguendo la soluzione di Alfonso Parigi (1641), che gia` aveva proposto l'adozione del linguaggio del cortile ammannatiano, del carattere fortemente simbolico.Paolo Falconieri, che fu"primo gentiluomo di camera"di Cosimo III ed architetto dilettante, propose nel 1681 la sostanziale trasformazione di Palazzo Pitti, incluso unprogetto del nuovo anfiteatro. Pur mancando una fonte visiva, e` possibile ricostruire tale progetto seguendone la descrizione di Filippo Baldinucci ( Notizie dei professori del disegno..., IV, Firenze 1688). Anche per Falconieri, uno degli scopi principali del progetto era larisistemazione della"comunicazione nobile"tra palazzo e giardino. Inoltre, Falconieri rivide la tipologia e lo stile dell'anfiteatro. Invece della forma a U, egli penso a quellaovale, la forma del vero e proprio anfiteatro antico. Questa scelta rispecchiava l'influenza di Bernini; dopo la famosa vicenda riguardante il Louvre di Luigi XIV, lacultura fiorentina inizio ad apprezzare finalmente il concetto pieno di"grandezza"delprotagonista della Roma barocca. Infatti Falconieri, vivendo a Roma e avendo esperienza parigina, tentava di"modernizzare"lo stile tardivo e regionale della Toscana granducale tramite l"'innestatura"dello stile dei nuovi centri culturali.
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