イタリア学会誌
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論文
  • ロレンツォ・アマート
    2023 年 73 巻 p. 1-26
    発行日: 2023年
    公開日: 2023/11/15
    ジャーナル フリー

    1569年から1634年まで、「アカデミア・デッリ・アルテラーティ」と呼ばれるフィレンツェの小さな私設アカデミーが、市の最有力家門の若き子弟たちの館で開かれていた。集まったのは、トンマーゾ・デル・ネーロ、ネーロ・デル・ネーロ、ピエロ・デル・ネーロ、会の中心人物となったジョヴァン・バッティスタ・ストロッツィ・イル・ジョーヴァネ、シピオーネ・アンミラート、ヴェルニオ伯ジョヴァンニ・デイ・バルディ、オッタヴィオ・リヌッチーニなどの当代知識人である。

    アカデミーの『日誌』Diario(フィレンツェ、ラウレンツィアーナ図書館Ashburnham 558写本)には、修養の機会としての「書くこと」の重要性が頻繁に語られている。そのため詩作品を制作してアカデミーに持参し、投稿箱に提出するように定められた。およそ月に一度、箱が開けられ、作品は「査読者」の手にわたって評価と批評がなされる。次いで「弁護人」に回され、今度は逆に、彼らは作品を擁護しなければならない。このディベートは間違いなく詩作品の欠点を正し、質を高めたに違いない。同時に、自説を論理立てて展開することができるように、また、詩的基準にもとづいて判断を精緻化できるように、アカデミーのメンバーたちを育てていったに違いない。ここでの詩的基準とは、韻律論、文体論、言語論、象徴的含意、「権威たる著者たち」の伝統との整合性などを指す。

    こうした査読と弁明のプロセスは、部分的にだが、現在まで伝えられている。ラウレンツィアーナ図書館Ashb. 560・561写本と、フィレンツェ国立図書館Ginori Conti 27b手稿には、実際、アルテラーティの何百もの詩が保存されているのである。それらの草稿には、時には多くの削除・訂正がほどこされ、また時には査読者や弁護人による評価が付されている。これらの写本は、アカデミー詩作品の「草稿」集成である『雑録』Zibaldoneの残滓である。他に現在まで伝わっている写本に、ヴァチカン図書館Vat. Lat. 8858写本(1575-1585年の間に筆写)があるが、こちらは「秀作」と判定された会員作品の公式アンソロジー(『日誌』で『アルテラーティ二次詞華集』とされる本)を伝える。

    Vat. Lat. 8858に収録された詩の一部は、Ashb. 560・561所収のものと突き合わせることが可能である。『雑録』にある詩が、作品の私的第一稿とみなし得るのに対し、Vat. Lat. 8858の詩は、例えばAshb. 561に書きとめられているような賛否両論のディベートを通じて提案された集団的見直しに従って到達した「集団的」決定稿とみなすことができる。

    これらのディベートを読み進めてゆくことは、したがって、極めて興味深い作業となる。なぜなら、ディベートがアカデミーのメンバーたちの教養や審美的嗜好を明らかにしてくれるからである。それゆえ、本論文では、Ashb. 561とGinori Conti手稿に見える査読と弁明の何節かを、可能な限りVat. Lat. 8858の最終稿とも突き合わせながら、分析する。ディベートで触れられた多くの重要な論点のうち、本論文第2章では、修辞・文体・言語にかかわる諸問題を集中的に扱う。そこから明らかになるのは、アカデミーのメンバー個々の様々な立場の違いを超えて、アカデミー全体がもつ「同時代主義者」という天性がいかに立ちあらわれ、口語を正真正銘の「権威たる著者」の基準とみなす「博識ある多様性」へと向かってゆくかである(クルスカ学会が当時求めていたのとは正反対の方向だ)。

    他方、本論文第3章では、16世紀末におそらくもっとも流行した詩のジャンルであったマドリガーレに焦点を当てる。実際、マドリガーレはVat. Lat. 8858を代表するジャンルとなるのである。もっとも、アルテラーティの最有力メンバーであったジョヴァン・バッティスタ・ストロッツィ・イル・ジョーヴァネは、かの偉大なマドリガーレ作者、ストロッツィ・イル・ヴェッキオの後裔であり、さらには、1574年にフィレンツェ・アカデミーで口述されたマドリガーレ講義の著者その人であったのだが。

    その意味で、以下のようなことが実証されたとしても驚くにあたらない。『二次詞華集』に認められる実際のマドリガーレ作品においてだけでなく、Ashb. 561に見えるマドリガーレへの批評や弁明においてもまた、支配しているのは奇想的な詩的言語の探求であり、その関心は自然さを犠牲にしてでも「驚異」の方へ、わかりやすさを犠牲にしてでも音楽性の方へ向かっている。アルテラーティ写本に見られる詩的実験は、実際、ほどなく初期オペラの実現につながる歌詞としての詩を準備する。他方それは、ガブリエッロ・キアブレーラの韻律的実験の先駆けをなしているようにも思われる。もっとも、『日誌』からわかるところでは、キアブレーラが範としたピエール・ド・ロンサールは、実際にアカデミーを訪問する以前からすでに、アルテラーティ内では読まれ、論評されていたのだが。

    そういうわけで、このルネサンス末期の詩と批評の正真正銘の実験工房が残したものを研究することは、後に続くイタリアン・バロックの詩的・音楽的美意識の形成をよりよく理解するために、重要なのである。

  • ─『至高善について』の解釈をめぐって
    林 花菜子
    2023 年 73 巻 p. 27-48
    発行日: 2023年
    公開日: 2023/11/15
    ジャーナル フリー

    Il presente studio analizza le contrastanti rappresentazioni della “campagna” nel poema filosofico De Summo Bono dello statista e poeta fiorentino del XV secolo Lorenzo de’ Medici (1449-1492), e cerca di chiarire l’atteggiamento di Lorenzo verso la “vita contemplativa” e la “vita attiva” attraverso un’indagine comparativa con il pensiero del suo tempo. Il rapporto fra conflitto e armonia tra “vita contemplativa” e “vita attiva” è un tema fondamentale del pensiero occidentale, discusso attivamente fin dall’antichità. Nel XIV e nella prima metà del XV secolo, a Firenze fiorisce l’umanesimo, e gli umanisti partecipano attivamente all’amministrazione comunale. Tale partecipazione porta a un crescente interesse di questi ultimi per la vita civile, o “attiva”. Tuttavia, nella seconda metà del XV secolo, nell’amministrazione comunale fiorentina si rafforza la base di potere del partito mediceo, e coloro che si trovano costretti a ritirarsi dalla politica riaffermano la supremazia della “vita contemplativa”, pur sostenendo l’ideale della “vita armoniosa”, applicabile sia alla “vita contemplativa” che alla “vita attiva”. Anche il pensiero neoplatonico ficiniano, che si era diffuso a Firenze a partire dagli anni Settanta del Quattrocento e collocava la vera felicità nell’altro mondo, fu uno dei fattori di recupero del primato della “vita contemplativa”.

    Il De Summo Bono, opera del 1473, quindi inseribile in questo contesto storico, si colloca in un momento di svolta nella carriera letteraria di Lorenzo. La discussione sulla “vita contemplativa” e sulla “vita attiva”, sviluppata nel terzo capitolo dell’opera, indica l’influenza delle Disputationes Camaldulenses di Cristoforo Landino. Inoltre, il nocciolo dell’opera laurenziana, ossia la considerazione del “bene” e l’ode del capitolo 6 sono fortemente ispirati alle opere di Marsilio Ficino. Prendendo come indizio la relazione tra le opere dei due autori sopraccitati e il De Summo Bono, gli studi finora svolti sostengono che il De Summo Bono esalti la “vita contemplativa”, ma quando si esaminano nuovamente i topoi della “contemplazione” e dell’ “attività”, ossia la “campagna” e la “città”, diventa chiaro che il De Summo Bono non si limita semplicemente a un’esaltazione della “vita contemplativa”.

    Nel primo capitolo di questo studio l’autrice intende mettere in luce le modalità d’uso dei concetti di “contemplazione” e di “attività” nelle opere di Lorenzo e si propone di verificare che la richiesta rivolta a lui dai suoi (per esempio da Landino e Ficino) fosse quella di incarnare la “vita armoniosa”, ovvero l’ideale del suo tempo. In seguito, per dimostrare che l’enfasi sulla “contemplazione” costituisce la base del De Summo Bono, si chiarisce la tendenza alla “contemplazione” di Lauro, il protagonista cittadino a cui Lorenzo si sovrappone nel primo capitolo dell’opera, nel quale il dialogo tra Lauro-cittadino e Alfeo-pastore si svolge in “campagna” (capitolo 2-1). Successivamente, si intende esaminare la tendenza dell’autore Lorenzo proiettata sul personaggio Lauro, già chiarita nel capitolo 2-1, alla luce delle correnti di pensiero fiorentine degli anni ’60 e ’70 del Quattrocento. Infine, analizzando la descrizione della “città”, ovvero il topos dell’“attività” nella scena in cui i personaggi si danno l’addio alla fine del capitolo 5, si intende mettere in luce l’atteggiamento consapevole di Lauro-Lorenzo nei confronti dell’“attività”, finora trascurato negli studi precedenti.

    Attraverso l’analisi di cui sopra, il presente studio intende mettere in evidenza innanzitutto come l’autore Lorenzo, che può essere identificato come Lauro nel De Summo Bono, in questo poema cerchi di mostrare alle persone che lo circondano (Landino, Ficino e gli altri medicei) il suo entusiasmo e la sua conoscenza della speculazione filosofica, o “contemplazione”.

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  • 山﨑 彩
    2023 年 73 巻 p. 49-71
    発行日: 2023年
    公開日: 2023/11/15
    ジャーナル フリー

    In questo articolo si analizza il romanzo Non luogo a procedere di Claudio Magris e il modo con cui l’ironia magrisiana vi si manifesta.

    Il romanzo racconta il mistero che avvolge il campo di concentramento nazista Risiera di San Sabba a Trieste durante la Seconda Guerra Mondiale. Le recensioni pubblicate in Italia hanno messo in evidenza il gran numero di cimeli di guerra descritti nell’opera, sostenendo che tali oggetti ne costituiscono il motore narrativo. Ciò che emerge da queste descrizioni è tuttavia il tema dell’assenza, della scomparsa e della morte, che può essere espressa solo come una sparizione. Il tema della sparizione compare verso la metà del romanzo, che sembra “rovesciarsi come un guanto”: la scomparsa e la morte si tramutano in scoperta e vita. Ci si domanda che cosa implichi questa trasformazione. Si ipotizza che essa possa essere legata al concetto di ironia, a cui Magris fa spesso riferimento nelle sue opere. Si intende quindi esaminare il concetto magrisiano di ironia, dimostrando che il romanzo nel suo complesso ne è un’incarnazione ed è strutturato su di essa.

    Il romanzo è suddiviso in diverse cornici narrative. Nella cornice più esterna si svolge la storia della narratrice Luisa, che si occupa dell’allestimento di un museo e sta catalogando un gran numero di appunti scritti da un eccentrico collezionista, il fondatore del museo, chiamato soltanto “lui” nel romanzo. Nella seconda cornice viene raccontata la vita di quest’ultimo, reale protagonista del romanzo. Nella terza cornice vengono descritte le didascalie dei manufatti bellici che “lui” ha raccolto e che saranno esposti nel museo. È infine presente una quarta cornice narrativa, in cui vengono raccontate le storie del passato associate a quei reperti.

    All’interno di questo labirinto, in cui compaiono vari episodi a più strati, la seconda cornice, la storia di “lui”, racconta il mistero dei suoi diari scomparsi, in cui, si diceva, “lui” trascrivesse i nomi dei collaborazionisti rintracciandoli tra le scritte lasciate dai detenuti sul muro della Risiera. Chi sono i collaboratori che i quaderni scomparsi avrebbero dovuto accusare? Chi sono i portatori di morte e gli artefici della sparizione dei quaderni?

    Si è già accennato al fatto che il tema della morte, presente nella prima metà del romanzo, viene invertito nella seconda. Esiste infatti un episodio, proprio a metà romanzo, che funge da cerniera tra le due parti dell’opera.

    Il ribaltamento del tema della morte in quello della vita avviene, infatti, con il capitolo intitolato “Soldato Schimek”. Qui si descrive il mito di una morte eroica, costruito intorno a un disertore, e la sua vita effettiva, tutt’altro che eroica, rivelata dall’indagine sulla verità di quel mito. L’episodio mette in evidenza due elementi importanti del romanzo di Magris. In primo luogo, la storia di Schimek è perfettamente in linea con l’idea magrisiana di ironia; in secondo luogo, questa storia rappresenta la struttura del romanzo nel suo complesso, come una mise en abyme in uno stemma araldico.

    Per quanto riguarda la prima caratteristica, l’ironia magrisiana consiste, anzitutto, nell’atto di rimuovere la falsa immagine che cela l’immagine reale, liberando così quest’ultima. Successivamente, l’immagine rivelata viene ripensata in un contesto più ampio per comprenderne il carattere umano. Questo è esattamente ciò che l’autore Magris ha fatto nel capitolo “Soldato Schimek”.

    Per quanto riguarda la seconda caratteristica, cioè la mise en abyme dell’intero romanzo, si è detto che nella seconda metà dell’opera si assiste di fatto a un’inversione tematica dalla morte alla vita. Qui vengono rappresentati vari aspetti delle persone che hanno vissuto la guerra, come i carnefici, i collaboratori dei carnefici, i partigiani che hanno fatto la Resistenza e coloro che hanno dato la caccia, dopo la

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研究ノート
  • CATEGORIZZAZIONE E LESSICALIZZAZIONE IN PROSPETTIVA TRANSLINGUISTICA
    ALDA NANNINI
    2023 年 73 巻 p. 73-102
    発行日: 2023年
    公開日: 2023/11/15
    ジャーナル フリー

    コプラの範囲は言語によって異なる。つまり、ある言語でコプラで表現できることが別の言語ではできない(例は様々だが、わかりやすい例として年齢、身体状況などを挙げることができる)。

    意味論的な視点からはコプラの「内包intension」と「外延extension」は言語によって異なることになる。この事実を考慮し、主張されてきた「コプラは意味的に空である」ことを見直す必要性に基づき、著者は過去の研究でもこの概念を様々な側面で追及してきた。(特にNannini 2018、2021、2022)。

    哲学史では「本質」や「事実」、「理論的矛盾」とつながる問題もあるが、著者の研究では、自然言語でのコプラの現れ方を扱うことにし、「世界の解釈」を探る哲学的な側面において記号論の「記号過程semiosis」との関係に光を当てている。

    一方、「特徴の付与attribution of property」とされているコプラのコアの意味には誤解の余地がないとは言えない。まず、コプラの範囲に取り入れられる様々な「特徴property」を特定することは難しい。本論では、(ファジーネスに近い)「意味論不特定性semantic indeterminacy」、人類の「分類能力categorization faculty」の研究や認知言語学の「身体化した心embodied mind」のような概念の枠の中で実際「コプラの意味は空」か否かを考察する。

    通時的なデータ(古代ギリシア語、ラテン語、古イタリア語、現代イタリア語)や通言語的なデータ(ロマンス語、ゲルマン語、日本語)を用いて調査を試みる。

    他に、「世界の分類能力」である人類のcategorization facultyによって現れる「特徴要素の選択trait selection」の違いと「言語エンコードencoding」の違いとの関係を探り、通言語調査も試みる。

    また、Nannini 2018から重要な要素として現れた「直示旋回軸deictic pivot」を取り入れる実験的な試みとして、現代イタリア語のコプラの1人称単数と時制(発言時点との関係)を調べ、意味範囲を探る。

  • 柴田 瑞枝
    2023 年 73 巻 p. 103-127
    発行日: 2023年
    公開日: 2023/11/15
    ジャーナル フリー

    Nel 1951 Alberto Moravia pubblicò il suo ottavo romanzo, Il conformista, ispirato alla vicenda dei fratelli Rosselli. La critica dell’epoca si dimostrò piuttosto ostile verso l’opera, principalmente perché l’ottica della narrazione era capovolta e presentava un delitto dal punto di vista di un fascista. Moravia però sottolineava che non aveva scritto il libro “per” i fratelli Rosselli, bensì “su” di loro: l’intento non era né quello di scrivere una storia agiografica, né di esaltare il movimento antifascista dei suoi cugini.

    Lo scrittore afferma che Il conformista è basato sull’equazione: «il protagonista è fascista perché omosessuale». Osserva che «un fatto che ha un valore negativo su di un piano individuale si tramuta (o si crede che si tramuti) in positivo sul piano collettivo». Il giovane Marcello, ragazzo insicuro e tormentato da un aspetto e un carattere quasi “femminei” e da impulsi sadici verso gli animali, a tredici anni spara e crede di aver ucciso Lino, uno chauffeur che gli si era avvicinato con la promessa di regalargli una rivoltella, prima di tentare di abusarne sessualmente. Marcello resta traumatizzato dall’evento, credendosi destinato a essere un assassino, e per questo, sentendosi più che mai “anormale”. Spinto dal desiderio di essere uguale agli altri e di nascondersi nella massa, si conforma al fascismo, che all’epoca rappresentava la normalità. Normalità che si manifesta anche nel tradire a morte il suo ex professore, Quadri, fuoriuscito a Parigi.

    A una prima lettura, l’autore fa supporre che sia l’orrore della consapevolezza di essere un omicida a spingere Marcello ad abbracciare il fascismo. Tuttavia, attraverso un’analisi dettagliata del testo, emerge che in realtà, la profonda paura del protagonista nasce dall’accettazione della sua omosessualità latente, soprattutto davanti ai suoi seduttori. Quando Lino gli chiede di ammazzarlo, Marcello, pur provando verso di lui odio e una irresistibile ripugnanza, si sente quasi obbligato ad accontentarlo e gli spara; reazione che in parte si manifesta di nuovo verso la fine, quando l’incontro con un anziano signore britannico riaccende in lui la paura di dover ammettere di essere omosessuale attivando il suo lato violento.

    Anche le sessualità di Giulia, la moglie di Marcello e della signora Lina Quadri, le due principali donne della storia, sono altrettanto “anormali”. Giulia si rivela essere stata vittima di stupro e poi amante dello stupratore per ben sei anni, completamente in contrasto con quella normalità tanto desiderata da Marcello, che continua a sfuggirgli anche quando si innamora di Lina, che è lesbica.

    Il ritorno di Lino nell’epilogo fu spesso contestato dai critici per la sua inverosimiglianza, ma la decisione finale di Moravia di lasciarlo nell’ultima stesura del romanzo implica la sua importanza: Lino non era morto come credeva Marcello, e l’uccisione di Quadri non aveva risolto nulla. Dopo il presunto omicidio di Lino, che coincide con la scoperta della sua latente omosessualità, Marcello aveva fatto di tutto per conformarsi agli altri. Ma quella normalità tanto bramata e ricercata da lui, in realtà non esisteva. Le parole dette quasi casualmente da Lino, «tutti la perdiamo la nostra innocenza, in un modo o nell’altro... è la normalità», colpiscono profondamente Marcello, il quale a quel punto si rende conto di aver sbagliato il cavallo su cui puntare e decide finalmente di lasciarsi tutto alle spalle e iniziare a vivere. È interessante, a questo punto, osservare come il suo sincero pensiero si indirizzi per la prima volta verso un’altra persona, cioè verso sua figlia Lucilla, per la quale il protagonista sogna una vita completamente libera dalla «sanguinaria pedanteria che fino a ieri aveva informato il suo destino». Alcuni critici hanno cercato giustizia, o una sorta di “morale della favola” nel finale

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  • 武重 千尋
    2023 年 73 巻 p. 129-149
    発行日: 2023年
    公開日: 2023/11/15
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    La ricerca sul Risorgimento italiano in Giappone iniziò nel periodo Meiji. Innanzitutto, le ricerche sul Risorgimento svolte fino agli anni ’70 sono state raccolte e riassunte da Tetsuro Morita, un importante studioso che si è occupato a lungo della storia d’Italia, soprattutto durante e dopo la seconda guerra mondiale. Gli anni ’60 e ’70 furono infatti il periodo in cui la storiografia giapponese cercò di superare la storiografia del dopoguerra, iniziando a prendere in considerazione lo studio della storia popolare e dei movimenti operai. Morita ha indicato come punto di partenza della sua nuova ricerca sul Risorgimento lo studioso Atsushi Kitahara. Da allora sono passati circa 50 anni, e nel frattempo il modo di scrivere la storia e di fare ricerca sul Risorgimento in Giappone è profondamente cambiato, influenzato dagli eventi e dalle trasformazioni che si sono verificate in questo periodo.

    Pertanto, in questo articolo esamineremo le ricerche svolte in Giappone sul Risorgimento dal dopoguerra al 2020 suddividendo questo periodo in cinque fasi, e cercando di chiarire come esse si siano sviluppate e quali tendenze mostrino. Nella presente indagine l’autore presterà molta attenzione al significato della parola “Risorgimento”. Esaminando i cambiamenti avvenuti nell’interpretazione del suo significato, l’autore intende chiarire la consapevolezza degli storici giapponesi in merito ai problemi della loro epoca.

    Nelle ricerche sul Risorgimento svolte nel periodo prebellico, le ricerche sul repubblicanismo di Mazzini si sono sviluppate dal punto di vista del confronto tra il pensiero mazziniano e il romanticismo tedesco nell’ottica della Restaurazione Meiji. E mentre nel secondo dopoguerra le riforme pro-democrazia progredivano, si riteneva che la teoria dei doveri di Mazzini si avvicinasse alle tendenze dell’epoca.

    La ricerca sul Risorgimento svolta in Giappone dal dopoguerra in poi viene spesso considerata parte del processo di modernizzazione e viene analizzata dal punto di vista della storia comparata. Inoltre, i limiti del Risorgimento vengono evidenziati dall’influenza del marxismo, e il Risorgimento è stato interpretato come un fenomeno diverso dalla riforma sociale incompiuta che era considerata un problema in quel momento: esso viene infatti interpretato come un movimento volto a creare uno Stato unificato.

    In seguito alla revisione della storiografia del dopoguerra, verrà lanciata la storia dei movimenti sociali, che esplora le nuove frontiere della storia. Influenzata da quest’ultima, la storia della ricerca del Risorgimento che è stata scritta negli anni ’70 inizia a vedere le rivolte del 1848 come movimento popolare. E sono fiorite le ricerche dei democratici.

    Quando la storia sociale fu introdotta in Italia negli anni ’80, Atsushi Kitahara introdusse la teoria della “sociabilité”, e a partire dagli anni ’90 nacquero molti altri studi che investigavano gli eventi della storia d’Italia nell’ottica della storia sociale.

    Per quanto riguarda Mazzini, c’è uno studio che analizza il rapporto che egli aveva con i movimenti sociali in Inghilterra durante il suo esilio, nonché la rete di comunicazione tra Mazzini e i radicali britannici allo scopo di fornire assistenza umanitaria e attività educative agli italiani in esilio. Inoltre, sono stati svolti studi mirati ad analizzare il Risorgimento nelle periferie e in un ampio e lungo lasso di tempo, con particolare attenzione verso gli immigrati.

    Attraverso tali ricerche viene riconfermato il fatto che la formazione di uno stato unitario è stato il maggiore traguardo del Risorgimento, tuttavia, il Risorgimento non rappresentava solo il problema dell’unificazione nazionale, ma anche molte altre sfaccettature.

    Parallelamente, dalla fine degli anni ’80, sono state condotte ricerche mirate a sottolineare la funzione del moderno stato-nazione,

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